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Volgarr the Viking II: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Volgarr il Vichingo II è la tanto attesa continuazione del platformer d’azione hardcore del 2013, e non delude le aspettative dei fan dell’originale. Questo sequel mantiene la brutalità e la precisione del gameplay che hanno definito il primo gioco, aggiungendo nuove meccaniche, nemici e mondi che arricchiscono l’esperienza complessiva.

Fin dal primo momento, Volgarr il Vichingo II trasporta i giocatori indietro nel tempo, all’era dei giochi a 16-bit. La grafica è un omaggio alla Sega Genesis, con sprite dettagliati e ambientazioni vibranti. La colonna sonora, composta da brani epici che sembrano usciti direttamente da un’epica norrena, crea un’atmosfera coinvolgente e perfettamente in linea con l’ambientazione mitologica del gioco.

Il cuore di Volgarr il Vichingo II risiede nella sua difficoltà implacabile. Ogni livello è un test di abilità, richiedendo precisione nei movimenti e nei combattimenti. Come nel predecessore, Volgarr può solo attaccare in avanti, sia accovacciato che in piedi, e il salto deve essere ben calcolato poiché non può essere controllato una volta eseguito. Questa limitazione può sembrare frustrante all’inizio, ma è proprio qui che il gioco trova la sua forza: ogni vittoria, ogni nemico sconfitto e ogni trappola superata regalano un senso di soddisfazione che pochi giochi moderni riescono a eguagliare.

Tra le aggiunte più significative troviamo i checkpoint, un’innovazione necessaria che rende il gioco più accessibile senza compromettere la sua natura hardcore. Tuttavia, questi checkpoint presentano una sfida aggiuntiva: ripartire da un checkpoint significa spesso farlo senza alcun potenziamento, rendendo ogni nuova ripresa un’esperienza tesa e pericolosa. Il sistema di potenziamenti a livelli ritorna, premiando i giocatori più audaci con equipaggiamenti che aumentano le capacità di Volgarr. Gli stivali, la spada infuocata, il cinturone e l’elmo non solo aggiungono strati di protezione, ma migliorano anche le abilità di combattimento, offrendo una gratificante progressione del personaggio.

I nemici sono vari e ben progettati, ognuno con le proprie tattiche e debolezze. Questo costringe i giocatori a pensare strategicamente, utilizzando ogni mossa del limitato arsenale di Volgarr per superare le sfide. Le battaglie con i boss sono un punto culminante, ognuna richiedendo pattern di attacco specifici e tempi di reazione impeccabili. I mondi di gioco sono vasti e ispirati alla mitologia norrena, offrendo una varietà di ambientazioni e ostacoli. Ogni livello è pieno di segreti e tesori nascosti, incoraggiando l’esplorazione e ricompensando la curiosità dei giocatori.

La modalità non-morto, che si attiva dopo un certo numero di continue, è un’aggiunta controversa. Da un lato, offre una via di fuga per i giocatori meno esperti, rendendo Volgarr invulnerabile e permettendo di proseguire nel gioco senza troppi ostacoli. Dall’altro, toglie gran parte del fascino del gioco, che risiede proprio nella sua difficoltà. È una scelta che avrebbe potuto essere opzionale, lasciando al giocatore la decisione di affrontare o meno questa modalità.

Volgarr il Vichingo II è un degno seguito che riesce a catturare l’essenza dell’originale mentre introduce miglioramenti che lo rendono più accessibile ai nuovi giocatori. La sua difficoltà implacabile, la grafica nostalgica e il gameplay gratificante lo rendono un must per i fan dei platformer hardcore. Nonostante alcune scelte di design discutibili, come la modalità non-morto, il gioco riesce a mantenere alto il livello di sfida e soddisfazione. Indossa l’elmo, sfodera la spada e preparati a una delle avventure vichinghe più intense e appaganti degli ultimi anni.

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