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Tails of Iron: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

In un periodo in cui i tripla A la fanno da padrone e le uscite sono davvero numerose che c’è solo l’imbarazzo della scelta, spicca un titolo minore ma di un certo rilievo, ed oggi voglio condividere con voi la Recensione di Tails of Iron, il quale potrebbe sfuggire a coloro che giustamente hanno lo sguardo rivolto a titoli come Tales of Rise, Lost Judgement, Deathloop, Kena Bridge of Spirits e molti altri giochi del momento. Sviluppato da Odd-Bug Studio, Tails of Iron vi fa vestire i panni di un topo di nome Redgi, uno dei figli del re, incaricato di difendere il regno dall’invasione delle rane e vendicare la morte del padre.

Tails of Iron è un metroidvania che vi porterà ad esplorare scenari in 2D realizzati con estrema cura, dando la sensazione di trovarsi all’interno di una fiaba, con un pizzico di backtracking che non guasta, un racconto che non lascia spazio alla perdita di tempo ma che arriva diritto al punto. Nel corso dell’avventura saprete esattamente dove andare e cosa fare, sulla mappa viene riportato tutto quello che c’è da sapere, rigenerando il regno tassello dopo tassello.

Da elogiare fin da subito la decisione di non riproporre gli stessi nemici sconfitti in passato, il mondo di gioco si evolve in base ai progressi fatti. In luoghi dove prima c’era morte e distruzione, eliminando i nemici assisterete ad un popolo che si riprende ciò che è suo di diritto, ricostruendo e riparando, strizzando per certi versi l’occhio a titoli come Hollow Knight. Il fiore all’occhiello dell’intera produzione risiede nel sistema di combattimento, appagante e impegnativo quel tanto che basta da non portarvi a premere tasti a caso per l’intera durata.Gli scontri sono costituiti da parate e contrattacchi, schivate e colpi dati col giusto tempismo.

La pesantezza dell’equipaggiamento, il tipo di armi e la velocità di movimento del topo spetterà solo a voi deciderlo, in base a ciò che indosserete e impugnerete, un pò come avviene nei souls, da cui il titolo prende alcune meccaniche. Il peso influisce sull’agilità e tra le armi a disposizione vi sono spade, asce, lance a una e due mani, armi a distanza ed indossabili come elmi, armature e scudi. Tails of Iron non è difficile, dunque se vi siete sempre allontanati dai souls per questo motivo, potete stare tranquilli, è impegnativo questo si, in alcuni scontri dovrete dare il meglio di voi, non sarà una passeggiata arrivare ai titoli di coda ma non è nemmeno così frustrante da gettare la spugna e rinunciare ad un capolavoro.

Tutto bello ma Tails of Iron è perfetto? Certo che no, purtroppo le quest a disposizione sono davvero pochissime e rapide da completare, che siano primarie o secondarie, il backtracking è ridotto all’osso, con delle ricompense che lasciano dell’amaro in bocca, quasi a voler focalizzare l’attenzione del giocatore sulla sola trama principale, raccontandola in meno di 10 ore. Graficamente parlando il titolo sfoggia scenari e personaggi che sembrano usciti da un racconto delle fiabe die Fratelli Grimm, con una colonna sonora che si lascia piacevolemente ascoltare ed un gameplay immediato, coinvolgente e dinamico.

Una trama che potrebbe risultare banale ma strutturata in modo da alimentare nel giocatore il desiderio della vendetta, eliminando nel corso dell’avventura rane di ogni sorta. Tails of Iron è un capolavoro che merita di essere giocato e vissuto ora dopo ora, appagante e con il giusto livello di sfida, bello da vedere quanto divertente da giocare, nonostante la sua longevità come anticipato sia al di sotto delle dieci ore.

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