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Tails of Iron 2: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Tails of Iron 2: Whiskers of Winter si propone come il seguito diretto del primo Tails of Iron, un indie che nel tempo ha saputo conquistare un pubblico affezionato grazie al suo stile artistico distintivo e al combat system impegnativo. Con questa nuova iterazione, Odd Bug Studio ha ampliato il mondo di gioco, introdotto nuove meccaniche e migliorato diversi aspetti della formula originale. Tuttavia, non tutto brilla come sperato. Vediamo nel dettaglio cosa funziona e cosa meno in questa nuova avventura tra le terre dei roditori.

Nel nuovo capitolo, i giocatori vestono i panni di Arlo, giovane erede al titolo di Warden del Nord. La guerra tra ratti e rane si è conclusa nel Sud, ma nel Nord una nuova minaccia incombe: i Dark Wings. Il compito di Arlo sarà quindi quello di unire i clan per fronteggiare il pericolo e salvare il regno. Il mondo di gioco si sviluppa attraverso un affascinante stile artistico che richiama le illustrazioni di libri di fiabe. Le ambientazioni sono più varie rispetto al primo capitolo, con una maggiore profondità grazie agli effetti di luce e al ciclo giorno-notte. Anche la narrazione guadagna punti con il ritorno della voce narrante di Doug Cockle (famoso per The Witcher), che dona ancora più carattere alla storia.

Odd Bug Studio riesce a mantenere il cuore emotivo del racconto, con personaggi secondari ben caratterizzati e momenti di impatto narrativo. Alcuni colpi di scena e riferimenti al primo capitolo aggiungono un ulteriore strato di coinvolgimento per i fan della saga. Tuttavia, il finale lascia spazio a possibili espansioni, suggerendo che la storia potrebbe non essere completamente conclusa. Il combat system mantiene la sua natura brutale e impegnativa, richiedendo precisione nei tempi di parata e schivata. La varietà dei nemici è aumentata, con un’attenzione particolare alle debolezze elementali introdotte in questo capitolo. Arlo può ora sfruttare quattro status elementali – fuoco, ghiaccio, elettricità e veleno – sia in attacco che in difesa.

La difficoltà rimane elevata, ma è possibile regolarla scegliendo tra tre livelli: da un’opzione più narrativa a una sfida estrema per i giocatori più esperti. Tuttavia, alcune meccaniche nuove non risultano perfettamente integrate. Il tempismo di alcune azioni appare meno reattivo rispetto al primo gioco, rendendo alcuni combattimenti frustranti. Inoltre, il rampino, introdotto come strumento di esplorazione, si rivela macchinoso e poco incisivo nell’economia del gameplay. L’introduzione della caccia ai mostri è un’aggiunta interessante, ma poco variata. I combattimenti con queste creature si riducono spesso a una sequenza ripetitiva di attacchi, fuga e inseguimento, senza offrire la profondità strategica che ci si potrebbe aspettare.

Uno degli elementi più rinnovati è il sistema di loot e crafting. Arlo può raccogliere risorse e progetti per forgiare armature e armi con effetti specifici. Sebbene questo incentivi la sperimentazione, in pratica il gioco non spinge davvero a utilizzare questo sistema in modo approfondito: le armi e armature trovate nelle missioni principali spesso risultano superiori a quelle fabbricabili. Inoltre, il sistema di resistenze elementali non incide in modo significativo sul combattimento. Anche con l’armatura giusta, Arlo subisce danni elevati, il che rende il min-maxing delle statistiche poco gratificante.

Una delle meccaniche più riuscite riguarda la possibilità di ricostruire il regno di Arlo. Durante l’avventura, è possibile potenziare la fucina, la cucina e il negozio, migliorando l’equipaggiamento e la qualità della vita nel regno. Sebbene la personalizzazione sia limitata, questa feature dona un senso di progressione tangibile e rende il ritorno alla base più soddisfacente rispetto al primo gioco.

Tails of Iron 2: Whiskers of Winter espande il mondo e le meccaniche del suo predecessore con risultati contrastanti. L’atmosfera e la narrazione rimangono tra i punti di forza, così come il sistema di combattimento che, seppur meno preciso rispetto al primo capitolo, offre ancora momenti di grande soddisfazione. Tuttavia, alcune nuove feature, come la caccia ai mostri e il crafting, risultano poco incisive o mal integrate. Nonostante qualche sbavatura, Whiskers of Winter è un sequel che vale la pena giocare, soprattutto per chi ha apprezzato il primo capitolo. Odd Bug Studio ha costruito un mondo affascinante e pieno di carattere, e resta solo da vedere come evolverà questa promettente saga.

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