Demoni, una missione andata male e un braccio verde che ci consente di eseguire spettacolari mosse d’arma e catturare mostri per il nostro arsenale personale. Così si presenta Spirit Mancer, il nuovo titolo sviluppato da Sunny Syrup Studio e pubblicato da Dear Villagers. Un gioco d’azione 2D con meccaniche di deckbuilding, dove i giocatori assumono il ruolo di Sebastian e Mary, due protagonisti catapultati in un mondo estraneo a causa di un portale rotto. Il caos prende il sopravvento, dando vita a un’esperienza cooperativa visivamente affascinante e ricca di umorismo, ma che, nel lungo periodo, può risultare ripetitiva.
Una delle prime cose che colpisce in Spirit Mancer è la bellezza dello stile artistico. Immaginate un MapleStory con un tocco di dettaglio e una cura extra per ambientazioni e animazioni. Il mondo di gioco è ricco di ambientazioni meravigliose: isole fluttuanti, caverne oscure e misteriose, montagne maestose e molto altro. I nemici si integrano perfettamente in questo scenario grazie ad animazioni fluide e a un comparto sonoro che richiama le migliori colonne sonore retrò. C’è persino un pizzico di JoJo’s Bizarre Adventure nell’estetica dei demoni che possiamo collezionare.

In Spirit Mancer, i giocatori affrontano livelli di diversa lunghezza, combattendo demoni e, sotto determinate condizioni, aggiungendoli alla propria collezione. Il sistema di combattimento ruota attorno alla rottura della postura nemica, sfruttando un’arma primaria e una secondaria legate a specifici colori di gemme. Una volta indebolito l’avversario, premendo il grilletto destro possiamo catturarlo e usarlo a nostro vantaggio. I demoni catturati non solo diventano evocabili sul campo di battaglia, ma sono anche fondamentali per rompere la postura nemica tramite l’uso delle gemme viola.
Il sistema di schivata con il grilletto sinistro aggiunge un ulteriore livello di profondità: se ben eseguita, permette di attivare un contrattacco immediato. Tuttavia, la finestra temporale per eseguire queste manovre è piuttosto ristretta, il che rende la precisione cruciale, soprattutto contro nemici veloci e numerosi. Il gioco offre anche una varietà di armi secondarie, tra cui pistole, lanciatori e strumenti magici, acquistabili nell’hub principale o ottenibili durante le missioni.

Sebbene il gioco non sia particolarmente difficile, il suo schema di controllo richiede un po’ di tempo per essere assimilato. Può capitare di confondere i pulsanti per il cambio arma o per la schivata, ma una volta superata questa barriera, Spirit Mancer risulta piuttosto divertente. La meccanica di concatenare attacchi, spezzare la postura dei nemici e poi catturarli per usarli contro avversari più potenti è ingegnosa.
Purtroppo, però, il sistema di combattimento diventa monotono con il passare delle ore. Nonostante la varietà di nemici e ambientazioni, la struttura di gioco tende a ripetersi, rendendo l’esperienza meno coinvolgente. Le boss fight, per quanto spettacolari, si trascinano a volte più del necessario, e il level design non sempre offre sfide appassionanti. Il confronto con un titolo come Mega Man evidenzia il limite di Spirit Mancer: mentre il primo alterna combattimenti a sequenze platform ben studiate, il secondo si affida troppo alla sua formula di base senza variazioni significative.

Oltre al combattimento, il gioco offre attività secondarie come pesca, coltivazione e spedizioni di mercenari alla ricerca di risorse. L’hub principale, un porto abitato dagli Anans (simpatici maiali antropomorfi), si espande progressivamente man mano che si avanza nella campagna principale. La cooperativa è un’aggiunta interessante, anche se non ho avuto modo di testarla con altri giocatori.
Dal punto di vista del deckbuilding, Spirit Mancer offre una buona varietà di carte e abilità da sbloccare, rendendo la gestione della propria squadra di demoni strategicamente interessante. Tuttavia, il sistema perde mordente nel lungo periodo a causa della ripetitività del gameplay.

Spirit Mancer è un titolo che brilla per la sua direzione artistica e per la sua interpretazione unica del deckbuilding. La possibilità di catturare demoni e usarli in battaglia è un’idea affascinante, e la modalità cooperativa aggiunge valore al pacchetto. Tuttavia, il gioco soffre di una ripetitività di fondo che potrebbe scoraggiare i giocatori nel lungo periodo. Se cercate un’esperienza breve, visivamente accattivante e con un gameplay originale, Spirit Mancer potrebbe valere la pena di essere provato. Se invece vi aspettate un sistema di combattimento profondo e variegato, potreste rimanere delusi.

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