Dopo Absolver del 2017, a distanza di cinque anni arriva il secondo titolo dello studio Sloclap, ed oggi voglio condividere con voi la Recensione di Sifu, dopo aver trascorso del tempo in sua compagnia su PC. Sifu porta una ventata di aria fresca nel mondo dei picchiaduro a scorrimento, con alcune meccaniche inedite che lo rendono unico nel suo genere, ed una difficoltà piuttosto punitiva nei confronti dei giocatori in erba come si suol dire, come spesso avviene anche col genere Souls, cosa alla quale il team sta rimediando lavorando ad una difficoltà più “umana”, per consentire appunto al maggior numero di giocatori di raggiungere i titoli di coda. Sifu è una storia incentrata sulla vendetta, nei panni di una sorta di giovane Bruce Lee dovrete affrontare un lungo viaggio della durata di 15 ore circa, per vendicare la morte del maestro, per mano di un’organizzazione criminale, affrontando i nemici incontrati mediante il solo uso delle tecniche di combattimento corpo a corpo e di alcuni oggetti di scena.
Come anticipato Sifu è un picchiaduro a scorrimento che fonde il 3D al 2D, con la possibilità di esplorare liberamente gli scenari in cerca di collezionabili e potenziamenti vari. Il gioco è un prova e riprova, il che significa che come accade con il genere rougue like, alla morte perdere tutto ciò che avete sbloccato nella precedente partita, ad eccezione delle abilità nel loro massimo livello e dei crediti ottenuti giocando. La particolarità che rende unico Sifu risiede nell’invecchiamento del protagonista ad ogni morte, il quale porta avanti l’età dello stesso di diversi anni, modificando non solo l’aspetto ma anche la velocità di movimento, offrendo al giocatore una maggiore potenza negli attacchi e la possibilità di sbloccare abilità specifiche. Si parte dunque da un’età giovanile per poi giungere alla vecchiaia, a seconda del numero di gameover subiti.
Alla morte del protagonista è possibile sia arrendersi per ricominciare il livello che spendere quanto ottenuto per lo sblocco di specifiche abilità e naturalmente tornare in gioco con qualche anno in più sulle spalle. Il sistema di combattimento è il fiore all’occhiello dell’intera esperienza dato che è incentrato sul corpo a corpo, di conseguenza potrete parare, schivare ed eseguire combo di ogni sorta, con la possibilità di sfruttare la barra della stamina per rallentare il tempo e prendere di mira i punti vitali dei nemici. Strada facendo vi imbatterete in degli altari presso i quali sbloccare migliorie e potenziamenti vari, come l’aumento della salute massima o l’energia recuperata dall’eliminazione dei nemici. Non esistono medikit o consumabili vari, non vi sono equipaggiamenti speciali da indossare, il tutto è incentrato sulle abilità ed i potenziamenti sbloccati con i punti ottenuti nel corso dell’avventura.
Sifu sfoggia uno stile grafico visto anche nel precedente titolo di Sloclap, il quale ricorda giochi come Dauntless, Fortnite e titoli simili, un cel-shading che strizza l’occhio al low poly, il tutto corredato di una colonna sonora che il più delle volte lascia spazio agli effetti sonori e ambientali piuttosto che alla musica stessa. Un’esperienza videoludica ispirata ai principali film di Kung Fung, in grado di intrattenere il giocatore per l’intera durata, alimentando il desiderio di vendicarsi dell’affronto subito, un cammino verso la ricerca della pace interiore e di una redenzione, dando al giocatore la decisione se uccidere i membri della banda o avere pietà di loro lasciando posto al perdono piuttosto che alla vendetta.
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