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PSN Down per quasi 24 ore: Sony non si giustifica ma trolla i giocatori con un post sull’acquisto degli SSD M.2

L’8 febbraio 2025, milioni di giocatori si sono ritrovati improvvisamente impossibilitati ad accedere ai servizi online di PlayStation. Il PlayStation Network (PSN) ha infatti subito un’interruzione prolungata, che ha reso impossibile non solo giocare online, ma anche accedere al PlayStation Store, gestire gli account e usufruire delle funzionalità social della piattaforma.

Il blackout ha scatenato un’ondata di proteste sui social, con utenti esasperati dalla mancanza di comunicazioni chiare da parte di Sony. Mentre il supporto ufficiale di AskPlayStation ha confermato l’esistenza del problema, non sono stati forniti dettagli sulle cause del disservizio né una tempistica per la risoluzione.

A peggiorare la situazione, dopo ore di silenzio, l’account ufficiale AskPlayStation su X (ex Twitter) è tornato a pubblicare un messaggio. Tuttavia, invece di aggiornare i giocatori sullo stato del PSN, il post promuoveva l’uso degli SSD M.2 per espandere la memoria della PS5. Una mossa che ha fatto infuriare ulteriormente la community, già in attesa di risposte.

Il tweet, probabilmente programmato in anticipo, è apparso fuori luogo e ha scatenato reazioni sarcastiche e critiche da parte degli utenti. Molti hanno espresso il loro disappunto, accusando Sony di ignorare la frustrazione dei giocatori e di dare priorità alla promozione di accessori piuttosto che alla risoluzione del problema.

La situazione non è passata inosservata nemmeno tra gli addetti ai lavori. Tom Warren, Senior Editor di The Verge, ha commentato l’accaduto sottolineando come la pubblicazione del post sugli SSD sia stata estremamente intempestiva. “Sono trascorse quasi 24 ore dall’inizio del down del PSN e Sony non ha ancora fornito alcuna spiegazione al riguardo”, ha scritto Warren, evidenziando la scarsa trasparenza dell’azienda giapponese in questa circostanza.

Sebbene non sia la prima volta che il PSN subisce interruzioni, questa è stata una delle più lunghe degli ultimi anni. Nel 2011, Sony aveva dovuto affrontare un caso ben più grave, con il PSN rimasto offline per 23 giorni a causa di un attacco hacker. Stavolta, però, le cause del disservizio non sono ancora chiare e l’assenza di comunicazioni dettagliate da parte di Sony non ha fatto altro che alimentare le speculazioni.

Mentre il servizio sta gradualmente tornando operativo, la community PlayStation continua a chiedere spiegazioni. Sony dovrà fare i conti con la crescente insoddisfazione degli utenti, che pretendono maggiore trasparenza e comunicazione più efficace in situazioni simili. Nel frattempo, la lezione è chiara: i post programmati sui social possono trasformarsi in un boomerang quando la priorità dovrebbe essere un’adeguata gestione della crisi.

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