Quando si parla di giochi horror Γ¨ inevitabile avere nella mente titoli come Resident Evil, Silent Hill, Outlast ed i tanti e tanti altri capolavori lanciati nel corso del tempo. Gli appassionati del genere conosceranno sicuramente Project Zero, noto in Giappone con il nome di Fatal Frame, il quale ha visto svariati capitoli su molteplici piattaforme, seppure sia trascorso diverso tempo dall’ultimo episodio. Con tale premessa quest’oggi voglio condividere con voi la Recensione di Mask of the Lunar Eclipse, gioco uscito inizialmente nel lontano 2008 su Nintendo Wii, riproposto di recente su console di nuova generazione, con miglioramenti grafici e sonori, resi possibili dagli hardware moderni. Non Γ¨ il primo e mi auguro che non sia l’ultimo episodio a tornare in vita, tempo fa se ben ricordate fu riproposto Maiden of Black Water, il successo e l’accoglienza fu tanta da convincere gli autori a riportare in vita anche Mask of the Lunar Eclipse, nella speranza un giorno di vedere anche un nuovo capitolo. Se siete veterani della serie inutile dirvi che non ha bisogno di presentazioni, se invece vi avvicinate per la prima volta al genere, allora Γ¨ importante sapere di che gioco si tratti.
Project Zero o Fatal Frame nasce come un gioco horror in terza persona, che all’epoca stravolgeva gli standard ai quali eravamo abituati con Dino Crisis, Silent Hill, Resident Evil e pochi altri che la facevano da padrone, dopotutto la nascita del franchise risale al 2001. In Mask of the Lunar Eclipse, esattamente come accade con tutti gli altri episodi, vestite i panni di nuovi personaggi femminili, alle prese con la solita storia di spettri, ambientato in una struttura situata su un’isola remota e abbandonata del Giappone. Il titolo si apre con un prologo, nel quale nei panni di una delle due sorelle dovrete ritrovare l’altra, scomparsa misteriosamente nella struttura, fino a quando il prologo si conclude con la scomparsa anche di quest’ultima e l’arrivo in scena di una terza fanciulla, pronta a fare luce sulla vicenda ed addentrandosi nell’abitazione. Le meccaniche sono quelle che da sempre contraddistinguono il franchise, si corre tanto per, visto che la corsa in gioco a poco serve, ci si sposta nello scenario con una torcia per illuminare le stanze, e ci si imbatte naturalmente in spettri pronti a porre fine alla vita della protagonista con i loro continui attacchi.
Come anticipato Project Zero Γ¨ in terza persona, per lo meno quando si sposta la protagonista nell’ambientazione, passando poi in prima quando si impugna la camera, unica arma a disposizione per immortalare gli spettri e danneggiarli, fino ad eliminarli. Ovviamente come ogni camera vecchio stampo ha bisogno di rullini per funzionare, illimitati nella modalitΓ Facile, per lo meno con gli standard, con la possibilitΓ di recuperare nello scenario dei rullini extra e diversificati, per infliggere maggiori danni agli spettri, velocizzare la ricarica ed ottenere altre agevolazioni. Oltre questo perlustrando le ambientazioni vi imbatterete in documenti da consultare, audiolog da ascoltare, chiavi per aprire porte, oggetti utili per risolvere enigmi, cure mediche, rullini ed un materiale per potenziare la camera. Parto subito con un lato negativo, il potenziamento dell’unica arma disponibile Γ¨ piuttosto avido, vi richiederΓ un bel pΓ² di materiali fin dall’inizio, per cui vi ritroverete ad usare uno strumento standard per un certo periodo di tempo, prima di vedere delle vere e proprie agevolazioni, quasi a non averne piΓΉ bisogno quando oramai siete giunti ai titoli di coda. Una scelta piuttosto discutibile secondo il mio punto di vista, ma non si tratta comunque di un qualcosa che possa rovinare l’esperienza, ma solo renderla piΓΉ complessa possibile, pur a difficoltΓ bassa, dove i fantasmi anche se impiegheranno tempo per eliminarvi, allo stesso tempo necessiteranno di molteplici scatti per essere sconfitti.
Mask of the Lunar Eclipse non Γ¨ un reboot, remake o nuovo capitolo della saga, semplicemente Γ¨ la stessa versione dell’epoca ma migliorata in grafica, sonoro e con qualche aggiunta, preservando le meccaniche di quegli anni, dai movimenti impacciati e robotici oltre che lenti della protagonista, alla frustrazione di non riuscire a catturare uno spettro quando questi vi attaccherΓ in spazi piuttosto stretti. Il sistema di salvataggio viene affidato sia al manuale che automatico, in entrambi i casi avrete bisogno di interagire con delle strutture luminose disseminate per l’abitazione. Fatal Frame quasi vi obbligerΓ a esplorare, aprendo ogni porta, raccogliendo ogni cosa e interagendo con qualsiasi bagliore vi capiti a tiro, sia per recuperare energia e rullini che la valuta per potenziare la macchina, nuovi filtri e indizi utili per risolvere gli enigmi. Naturalmente non mancano all’appello boss da sconfiggere, fantasmi che richiederanno piΓΉ scatti del normale per essere abbattuti, oltre specifici filtri e lenti per avere la meglio nel minor tempo possibile. In qualsiasi momento potete richiamare la mappa per orientarvi, anche se non Γ¨ presente un radar o minimappa a venirvi incontro, dunque il percorso dovrΓ essere memorizzato, oltre l’accesso alle note e file personali, l’inventario, la gestione della camera e le opzioni disponibili.
Mask of the Lunar Eclipse Γ¨ accessibile a tutti i giocatori, dato dalla possibilitΓ di selezionare la difficoltΓ , con rullini standard infiniti, a differenza di un tempo dove a causa dell’assenza di rullini si era costretti a fuggire dalle entitΓ . E per quanto possa sembrare strano, gli scarejump non sono di certo all’ordine del giorno, nonostante si avverta quel pizzico di tensione quando si impugna la camera passando alla prima persona, nel timore che possa sbucare all’improvviso un fantasma pronto ad attaccarvi. A segnalare la loro presenza vi Γ¨ un apposito indicatore nell’angolo in basso a destra, e non tutti i fantasmi sono nocivi, molti di essi semplicemente compariranno ai fini della storia e nulla piΓΉ. Se il comparto grafico Γ¨ il punto principale dell’intera esperienza, data dalla presenza di ambientazioni cupe con flashback alla The Ring o The Grudge, il comparto audio non Γ¨ da meno, con suoni, rumori e melodie che si sposano alla perfezione con l’atmosfera, e giocarlo con le cuffie fa davvero la differenza. Project Zero o Fatal Frame vi intratterrΓ , coinvolgerΓ e magari spaventerΓ per una durata complessiva di circa 15 ore, il giusto tempo per vivere una storia di terrore, che nonostante porti alle spalle diversi anni ancora oggi riesce ad emozionare il videogiocatore.
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