La situazione intorno a Prince of Persia: The Lost Crown è emblematica delle recenti contraddizioni in casa Ubisoft. Da un lato, il publisher non ha mancato di elogiare il titolo come uno dei migliori metroidvania degli ultimi tempi, celebrandone il primo anniversario con post sui social in cui lo definisce una «bellezza di gioco». Dall’altro, però, ha deciso di smantellare il team di sviluppo responsabile, apparentemente destinato a lavorare su un sequel.
La decisione di Ubisoft non ha mancato di suscitare rabbia e frustrazione, soprattutto tra i fan che avevano apprezzato l’eccellente qualità del gioco. È difficile non notare l’ironia: mentre il publisher invita gli utenti a condividere opinioni su un titolo che ha ricevuto numerosi elogi tra cui il premio per la migliore accessibilità ai The Game Awards 2024 allo stesso tempo ne penalizza il futuro.
Questo paradosso evidenzia una gestione interna che sembra tutt’altro che coerente. The Lost Crown non solo ha rappresentato una ventata d’aria fresca nel catalogo Ubisoft, ma ha anche dimostrato che investire su esperienze innovative e ben realizzate può ancora portare successo. Tuttavia, invece di capitalizzare su questo traguardo, Ubisoft ha preferito reindirizzare risorse e talenti verso altri progetti, lasciando molti a chiedersi quali siano le vere priorità dell’azienda.
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