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PlayStation Plus: In questa nazione l’abbonamento costerà in più del 600%, e non è un errore

Nel vasto panorama dei videogiochi, poche decisioni hanno generato una controversia tanto accesa quanto l’aumento dei prezzi di PlayStation Plus in Turchia. Da un’agevole gift card da 75 euro su Amazon per l’abbonamento Essential, si è passati a cifre da capogiro di circa 126 e 152 euro per le versioni Extra e Premium.

Ma la scintilla dell’indignazione è scoppiata quando Sony Interactive Entertainment ha comunicato ai giocatori turchi un aumento straordinario del 600% per l’abbonamento mensile. Un passo che ha scosso la comunità di videogiocatori come un terremoto.

In un battito di ciglia, il costo mensile è schizzato da 400 lire turche (TRY) a un vertiginoso picco di 2.340 TRY, facendo sobbalzare tutti coloro che avevano fatto affidamento sul servizio. Mentre gli abbonati esprimevano la loro delusione, sul fronte degli investitori si sono accesi i riflettori. Bloomberg (paywall) ha riportato che le azioni di Sony a Tokyo sono salite del 3,4% il venerdì, rappresentando il guadagno più sostanziale per l’azienda in oltre un mese.

Amit Garg, analista di CLSA, ha addirittura suggerito che questo notevole aumento dei prezzi potrebbe tradursi in un incremento degli utili operativi annuali di 378 milioni di dollari per Sony, con possibilità di ulteriori guadagni all’orizzonte. Tuttavia, non tutto è rose e fiori. Ricerche recenti indicano che la metà dei lettori intervistati da Push Square sta valutando la possibilità di ridurre il proprio abbonamento o di cancellarlo del tutto. Resta da vedere se ciò si tradurrà in un effettivo contraccolpo.

Gli investitori possono esultare, ma tra i fan il malcontento è palpabile. La somma richiesta è, secondo molti, sproporzionata. Anche dopo feroci proteste, sembra che Sony non abbia alcuna intenzione di tornare sui suoi passi. Questa mossa, sebbene accolta positivamente dagli investitori, potrebbe avere impatti a lungo termine sulla relazione tra Sony e la sua affezionata base di fan. Il futuro dirà se verranno intraprese misure correttive, ma per ora, l’eco di questo cambiamento rimbomba ancora nel mondo dei videogiocatori turchi.

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