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Phil Spencer commenta la chiusura di Stadia e parla del Game Pass

Come riportato su gamingbolt e jeuxvideo, Phil Spencer di recente ha commentato sia la chiusura di Google Stadia che sul fatto che il Game Pass non sostituisce l’acquisto dei giochi.

La nostra visione non è quella in cui i nostri clienti pagano 15 dollari al mese, crediamo in un servizio in abbonamento che dia ai consumatori l’accesso a specifici giochi di interesse. Il Game Pass è un metodo alternativo per dare alle persone la possibilità di avere una propria collezione di videogiochi, cosi come per gli sviluppatori l’opportunità di raggiungere molti più giocatori. Penso che coloro che acquistano e possiedono giochi è un elemento importante e portante e lo sarà per tanti anni a venire. Lasciamo semplicemente la scelta al giocatore di decidere il tipo di approccio.

Per questo non realizziamo titoli esclusivi Game Pass, non vogliamo allontanare gli utenti dall’acquisto dei giochi. Ci piace vedere chi acquista giochi, è fantastico, così come chi si abbona al Game Pass. Il nostro obiettivo è quello di spingere più persone a giocare i nostri titoli, indipendentemente dal mezzo utilizzato. Secondo me per quanto riguarda Stadia, non è stata in grado di creare una forma di abbonamento basato sui contenuti. Il modello di business adottato, ossia basato sull’acquisto dei giochi, non credo fosse il migliore, almeno per iniziare.

Ho tanti amici che hanno lavorato su Stadia, hanno fatto un ottimo lavoro nella costruzione della piattaforma, basata interamente su cloud, tuttavia ritengo che Google debba trovare un’effettivita utilità nell’offrire ai suoi utenti la possibilità di accedere ad un gioco da Youtube, Twitch o TikTok, oltre che distribuire demo e build di prova per ricevere dei feedback.

Sostanzialmente dunque il Game Pass non sostituisce l’acquisto dei giochi e Google Stadia ha fallito perchè invece di proporre una soluzione simile al Game Pass, richiedeva l’acquisto dei giochi.

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