In un periodo di grandi uscite, sviluppatori minori come PolyAmorous cercano di farsi notare con i propri titoli. Se mi seguite da tempo sapete che spesso tratto giochi che contrariamente ai Tripla A, difficilmente vengono notati dai videogiocatori che hanno gli occhi puntati su titoli di maggiore rilievo. Con questa premessa oggi voglio condividere con voi la Recensione di Paradise Lost, disponibile su PC, PS4, Xbox One e Nintendo Switch, con la possibilità naturalmente di giocarlo su Xbox Series e PS5.
Ambientato nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, vestirete i panni di un bimbo noto con il nome di Szymon, il quale ha perso tutto a causa della guerra. Il viaggio vi porterà ad esplorare quel che resta di un mondo in rovina, in una versione alternativa della storia che tutti conosciamo. L’America non è intervenuta, Hitler portò a termine il Progetto Gigante, trasferendo li la popolazione e lanciando un attacco atomico che inginocchiò i paesi rivali, ciò che resta all’esterno dei Bunker è desolazione e distruzione.
Paradise Lost è un walking simulator che riduce al minimo l’interazione, dunque se non siete appassionati del genere è bene fermarsi qui con la lettura suppongo. Se avete giocato capolavori come The Vanishing of Ethan Carter, What Remains of Edith Finch e titoli simili, sapete dove voglio andare a parare. Nel corso dell’avventura potrete interagire con pulsanti, leve, macchinari e documenti ma non aspettatevi un gioco movimentato, essendo un titolo che come Call of the Sea, una manciata di enigmi a parte, è puramente narrativo.
Paradise Lost più che un videogioco sembra una visita al museo, il quale potrebbe alla lunga annoiare coloro che desiderano interagire più che fare da spettatori. Certo, indubbiamente si tratta di un genere piuttosto di nicchia, pensato per chi ama farsi lunghe passeggiate ammirando lo scenario, immergendosi nella storia, senza nemici, azione o interazioni complesse, come avviene del resto in The Town of the Light.
In alcuni momenti potrete ricorrere all’accendino per orientarvi nelle zone più buie, assiterete a filmati ed eventi, ma non aspettatevi di correre per fuggire da misteriore entità, far uscire il fumo dal cervello per rivolvere un enigma o raccogliere oggetti da riporre nell’inventario per poi combinarli tra loro ed utilizzarli nel momento opportuno. Paradise Lost vi condurrà quasi per mano ai titoli di coda, raccontando una storia surreale, ispirata a fatti realmente accaduti ma con una propria re-interpretazione e versione distorta di ciò che realmente accadde in un periodo cupo come la Seconda Guerra Mondiale.
Spesso i Walking Simulator fanno leva su vicende reali per convincere i giocatori ad immergersi nella storia, portando a compimento il titolo, come il capolavoro di L.K.A,ma in questo caso gli autori hanno voluto creare una loro visione di uno degli eventi che sconvolse il mondo, come vi ho già menzionato ad inizio Recensione. Personalmente sono amante del genere, anche se avrei preferito sinceramente maggiore interazione ed una marcata presenza di enigmi oltre che il backtracking. Sul fronte tecnico il titolo si comporta discretamente, con quale calo di frame rate quà e là ma un comparto grafico dettagliato, doppiaggio in inglese ed una colonna sonora che si adatta alle ambientazioni.
Sarò sincero con voi, se vi aspettate un capolavoro o una perla, mi dispiace deludervi ma non è così, se invece siete in cerca di un diversivo, una pausa dai Tripla A per concentrare la vostra attenzione più sulla trama che il Gameplay e naturalmente siete appassionati di Walking Simulator, allora potreste trovarlo interessante.
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