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Licenziamenti e chiusura studi: Il 2025 non parte bene per il Gaming

Il 2025 si è aperto con un panorama tutt’altro che incoraggiante per l’industria videoludica, a conferma di una crisi che si era già manifestata nel 2024 con licenziamenti di massa e il fallimento di diversi progetti live-service. Nei primi giorni del nuovo anno, tre studi di sviluppo hanno già chiuso i battenti, accompagnati da ulteriori ondate di licenziamenti che indicano un trend preoccupante.

Gli studi di sviluppo che hanno chiuso

Counterplay Games
Lo studio responsabile di Godfall ha cessato le attività dopo anni di difficoltà nel replicare il successo sperato con il loro action-RPG, che non ha mai raggiunto il consenso della critica né del pubblico.

Toadman Interactive
Conosciuto per EvilvEvil e collaborazioni su progetti come Helldivers 2 e Warhammer: Vermintide, anche Toadman Interactive ha dichiarato la chiusura. Un altro esempio di team incapace di sostenersi a fronte di un mercato sempre più competitivo.

Freejam
Gli sviluppatori di Robocraft, Robocraft 2 e Cardlife hanno deciso di chiudere i server dei loro giochi, dichiarando che le attuali condizioni di mercato non consentono loro di proseguire. Questo segna la fine di un’era per uno studio che aveva puntato sull’innovazione nei giochi sandbox multiplayer.

    Licenziamenti in serie

    Non solo chiusure, ma anche riduzioni significative del personale in grandi e piccoli team:

    • Netmarble, celebre per i suoi giochi mobile, ha annunciato tagli al personale per far fronte a difficoltà economiche.
    • Piranha Games, sviluppatori di MechWarrior 5: Clans, hanno confermato licenziamenti interni, rallentando lo sviluppo del loro franchise.
    • Splash Damage, che stava lavorando a un promettente titolo basato sui Transformers, ha non solo ridotto il team ma anche cancellato il progetto, lasciando fan e investitori delusi.

    Le difficoltà segnalate sono sintomatiche di un’industria che sembra trovarsi a un punto di svolta:

    • La saturazione del mercato, con un’offerta di giochi più ampia che mai.
    • Il costo sempre maggiore per sviluppare titoli AAA o live-service, che raramente riescono a mantenere un pubblico stabile e sostenibile.
    • L’incertezza economica globale, che impatta sia i consumatori che gli investitori.

    Sebbene questo inizio di anno sia decisamente cupo, momenti di crisi spesso spingono verso nuove idee e approcci. Potremmo assistere a un cambio di rotta verso produzioni più contenute e innovative, o a un consolidamento tra grandi publisher per sostenere la stabilità dell’industria.

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