Di picchiaduro a scorrimento 2D sul mercato videoludico ce ne sono a quantità industriale, dai classici come Final Fight ad i più recenti come TMNT Shredder’s Revenge, Battletoad, Scott Pilgrim vs The World e molti altri. Di recente ho avuto modo di mettere le mani sul nuovo arrivato in versione Enhanced, a seguire dunque la Recensione di Last Beat. Il titolo in questione cerca di conquistare quella fetta di giocatori appassionati di retrogames, coloro che sono cresciuti nelle salagiochi, investendo la propria paghetta settimanale per trascorrere pomeriggi in compagnia dei cabinati arcade dell’epoca.
Con la premessa che ho testato il titolo su Xbox Series X, Last Beat Enhanced è ben lontano dall’essere il tradizionale pixelart che lo si ama per quello stile grafico antico, come quello di Scott Pilgrim, un 16 bit che ancora oggi riesce a conquistare i giocatori, specie se cresciuti con le prime console casalinghe. Il picchiaduro a scorrimento va ancora più indietro nel tempo, all’epoca di River City, con la differenza però che lo stile grafico è stato reso ancora più pixelloso di quanto non lo fosse già quest’ultimo, ed è inutile dirvi che il risultato sul grande schermo non è il massimo.
Certo, la grafica non fa il gioco, ma quando ad essa si associa una trama banale, un gameplay piatto ed altre problematiche, il tutto si riduce ad una trashata. Il gioco si apre con la scelta della difficoltà, da Facile a Normale e Difficile, con la possibilità di giocare in singolo o co-operativa. 2 i personaggi inizialmente disponibili, con un altra manciata sbloccabili con il denaro accumulato nel corso delle partite, denaro che può essere speso anche per l’acquisto di potenziamenti permanenti. In caso di morte tutto quello che avete accumulato andrà perduto, qualora si raggiunga la fine del livello verrà salvato in un portafoglio virtuale.
I potenziamenti così come gli stessi personaggi sono piuttosto dispendiosi, ciò vi porterà a concludere l’avventura o finire molteplici volte uno o più dei livelli per iniziare a fare shopping. Last Beat è suddiviso in diversi stage, ambientati per le strade di una cittadina, in un tempio giapponese e in altre ancora, aggiungendo diversificazione agli scenari che di per sè non è male. In termini di Gameplay come ogni picchiaduro a scorrimento avrete a disposizione barili da distruggere contenenti armi da usare contro i nemici, pugni, calci ed ovviamente combo che consumano l’apposita energia.
Pur selezionando il livello Facile avrete una sola vita a disposizione, alla morte dovrete ricominciare dall’inizio del livello, con la possibilità però di tornare in vita una volta accumulate 3.000 monete circa, ed è inutile dirvi che in un livello difficilmente riuscirete a raggiungere tale somma, il che risulta piuttosto punitivo, considerando che anche in co-operativa non potrete aiutare un compagno caduto. Altra limitazione risiede nell’obbligo di riavviare il gioco nel caso in cui abbiate selezionato ad esempio la modalità due giocatori invece che singolo, non essendoci modo di tornare indietro, se non tramite il menu di pausa una volta avviata la partita.
Al termine degli stage avrete un boss da sconfiggere, con aree segrete nascoste nel livello e scenari bonus dove il fallimento non è contemplato, ma il luogo ideale per tirare su una somma di denaro utile per i vostri acquisti. Ogni personaggio dispone di statistiche, dunque non è solo un fattore estetico, anche se come anticipato vi troverete a decidere se risparmiare per i potenziamenti o altri lottatori. Last Beat risulta alla lunga frustrante, nonostante cerca di richiamare i classici di un tempo ed un genere tanto amato all’epoca quanto di recente.
Certo, fa sicuramente gola ai cacciatori di obiettivi e trofei, dato che per ogni azione ne riceverete uno, dalla rottura di oggetti all’eliminazione dei nemici, e perfino la morte ha la sua ricompensa. Nel giro di un solo stage avrete portato a termine buona parte degli obiettivi e trofei, tenendo presente che per l’acquisto nel negozio e il resuscitare avrete bisogno di 3000 monete ed altre 8000 circa.
Last Beat arriva sul mercato nella sua versione Enhanced che di Enhanced ha poco e niente, uno stile grafico che poteva puntare almeno al 16 bit piuttosto che risultare al di sotto di un River City per NES, da giocare su Switch invece che sul grande schermo casalingo, data dall’impossibilità di applicare filtri ed altre modifiche. Last Beat è un picchiaduro a scorrimento che a fine obiettivi e trofei o storia non si lascia rigiocare.
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