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Journey to Foundation: Recensione, Gameplay Trailer e Screeenshot

Journey to Foundation” è il più recente progetto di Archiact Interactive, già noto per il porting VR di “Doom 3” e altre esperienze virtuali. Disponibile su PlayStation VR 2, MetaQuest e PICO, questo titolo si propone di trasportare i giocatori nell’affascinante universo del Ciclo delle Fondazioni di Isaac Asimov. Con un prezzo di €37,99 e una localizzazione limitata ai testi, il gioco promette un’avventura epica immersa in intrighi e complotti galattici. Ma riuscirà davvero a soddisfare le aspettative dei fan della fantascienza e della VR?

La trama di “Journey to Foundation” è ambientata due secoli dopo le vicende principali del Ciclo delle Fondazioni. I giocatori vestono i panni dell’agente Ward, membro della Commissione per la Sicurezza Pubblica, incaricato di investigare su un rapimento che nasconde complotti più grandi. La narrazione è ricca di colpi di scena e complessità politiche, rispecchiando fedelmente lo stile dei romanzi di Asimov. L’atmosfera di tensione e mistero è palpabile, rendendo l’esperienza narrativa uno dei punti di forza del gioco.

Journey to Foundation” cerca di combinare diverse meccaniche di gioco, tra cui dialoghi interattivi, combattimenti, enigmi ambientali e sequenze di esplorazione. Questo tentativo di creare una sorta di immersive sim in VR presenta sia aspetti positivi che negativi. Una delle caratteristiche più intriganti del gioco è la possibilità di influenzare i dialoghi tramite le abilità psioniche dell’agente Ward. Queste abilità permettono di sondare i pensieri e le emozioni degli interlocutori, aprendo nuove strade narrative. Tuttavia, l’esecuzione risulta spesso meccanica e forzata, obbligando i giocatori a ripetere conversazioni per trovare la giusta risposta.

Le sezioni di combattimento sono tra le più deboli del gioco. Il sistema di shooting è poco soddisfacente, con un’IA nemica scarsa e un’esperienza di gioco lenta e poco dinamica. Gli enigmi sono semplici e ripetitivi, spesso limitati a “raccogli e inserisci”. L’esplorazione è penalizzata da un level design lineare e poco inventivo, che non riesce a sfruttare appieno il potenziale della VR. Dal punto di vista grafico, “Journey to Foundation” è discreto, con un buon doppiaggio in lingua inglese e un character design che riesce a dare vita all’immaginario di Asimov. Tuttavia, la natura multipiattaforma del gioco impedisce a PSVR2 di sfruttare appieno le sue capacità tecniche. I modelli e le texture sono adeguati, ma non eccezionali.

L’uso del colore e gli ologrammi contribuiscono a creare un’atmosfera immersiva, ma non riescono a sollevare l’esperienza complessiva. Nonostante la durata contenuta (circa otto ore), il gioco offre una certa rigiocabilità grazie alle diverse scelte narrative che influenzano la trama. Dal punto di vista del comfort, “Journey to Foundation” è ben calibrato, con varie opzioni di movimento e rotazione che permettono un’esperienza adatta anche ai giocatori meno esperti di VR.

Journey to Foundation” è un gioco ambizioso che cerca di fare molte cose, ma non riesce a eccellere in nessuna di esse. La trama interessante e l’universo affascinante di Asimov sono i punti di forza del titolo, ma le meccaniche di gioco risultano spesso piatte e poco coinvolgenti. Per i fan della fantascienza e del Ciclo delle Fondazioni, il gioco può rappresentare un’introduzione interessante alla VR, ma non aspettatevi un’esperienza rivoluzionaria o particolarmente memorabile.

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