INAYAH: Life after Gods è un action metroidvania bidimensionale che prova a distinguersi all’interno di un genere ormai saturo, puntando su uno stile visivo disegnato a mano, una protagonista carismatica e un sistema di combattimento flessibile. Uscito nel marzo 2025, il gioco è sviluppato da ExoGenesis Studios e pubblicato da Headup. Ma riesce davvero a lasciare il segno?
Fin dai primi minuti, INAYAH colpisce per la sua direzione artistica. Le ambientazioni sono ricche di dettagli, con uno stile pittorico che mescola elementi fantasy, religiosi e tecnologici in modo originale. Il mondo è decadente, popolato da rovine e frammenti di una civiltà ormai spezzata, ma al tempo stesso suggestivo, con un senso di mistero costante che spinge il giocatore ad andare avanti.

La protagonista, Inayah, è un’ex sacerdotessa caduta in disgrazia dopo aver voltato le spalle agli dèi. Questa scelta le ha lasciato in dono un misterioso guanto da battaglia, che rappresenta il fulcro dell’intero gameplay. Il guanto può trasformarsi in tre forme diverse: lame veloci, un flail a catena e dei pugni pesanti. Ognuna di queste modalità ha mosse uniche, alberi di abilità dedicati e anche impatti sul modo in cui si esplora l’ambiente circostante. Questo sistema rende il combattimento dinamico e personalizzabile, incentivando il giocatore a variare approccio in base alla situazione.
Dal punto di vista strutturale, INAYAH adotta una formula metroidvania abbastanza classica, con una mappa interconnessa e progressione basata su abilità sbloccabili. Tuttavia, alcuni elementi rendono l’esplorazione più impegnativa del previsto: la mappa è intricata, con pochi punti di riferimento, e l’assenza di un sistema di tracciamento più preciso può far perdere l’orientamento facilmente. È un gioco che non tiene la mano del giocatore, e questo può essere visto sia come un pregio che come un limite, a seconda del tipo di pubblico.

Una menzione speciale va ai boss, numerosi e vari. Ce ne sono più di venti, ognuno con uno stile visivo ben riconoscibile e pattern unici da memorizzare. Le boss fight sono spesso il punto più alto del gioco: difficili, ma mai ingiuste, richiedono concentrazione e una buona padronanza dei comandi.
Sul fronte tecnico, INAYAH è generalmente stabile, ma non privo di difetti. I tempi di caricamento iniziali sono insolitamente lunghi, e in alcune sezioni mancano effetti sonori fondamentali che riducono l’impatto delle scene. Nulla che rovini l’esperienza, ma si spera in aggiornamenti futuri per migliorare questi aspetti.

La durata complessiva si aggira intorno alle 15-20 ore, a seconda del grado di esplorazione. La narrativa è raccontata in modo frammentato, con molti dettagli lasciati all’interpretazione o nascosti nei documenti trovati in giro per la mappa. Il tema del divino e del libero arbitrio accompagna tutta la storia, offrendo spunti interessanti anche se non sempre sviluppati in profondità.
INAYAH: Life after Gods è un titolo che merita attenzione, soprattutto da parte degli amanti del genere metroidvania che cercano una sfida artistica e tecnica. Non è perfetto, e alcune scelte di design potrebbero scoraggiare i giocatori meno pazienti, ma l’identità visiva, il combattimento sfaccettato e la struttura aperta lo rendono un’esperienza solida e gratificante. Un debutto promettente per ExoGenesis Studios, che dimostra di avere una visione chiara e coraggio da vendere.

Quando acquisti su Amazon e/o Epic Games Store oppure sottoscrivi un abbonamento ad Amazon Prime tramite i link inclusi negli articoli, supporterai TechGaming, inoltre le Recensioni sono da considerarsi ARTICOLI SPONSORIZZATI, avendo ricevuto GRATIS dai PR il materiale necessario per svolgere il lavoro. Tutte le regolamentazioni sono riportate nella pagina Disclaimer