Correva l’anno 2014 quando Nintendo portò l’universo di Zelda nel MUSOU con Hyrule Warriors. A distanza di 6 anni torna con un sequel, questa volta però ispirato graficamente parlando e come trama a Zelda Breath of the Wild. In attesa del sequel in arrivo tra il 2021/2022 (si spera), oggi voglio condividere con voi la Recensione di Hyrule Warriors: L’era della Calamità, disponibile in esclusiva Nintendo Switch.
Prima di addentrarmi nel gioco vero e proprio, illustrandovi come sempre meccaniche e contenuti, ci tengo a fare un passo indietro per chi ovviamente non sa a cosa mi riferisco con il termine MUSOU. Come è stato con il genere Souls il cui capostipide è Demon Souls, lo stesso è avvenuto con il MUSOU, nato in Giappone con una serie di videogiochi ideati da Omega Force e Koei, conosciuti come Warriors.
Avete mai sentito parlare di Dynasty Warriors o Samurai Warriors? Si tratta di giochi d’azione in cui bisogna trucidare centinaia e centinaia di nemici su schermo, genere videoludico adottato anche in alcuni videogiochi ispirati ad Anime come Berserk, One Piece o Hokuto no Ken, giusto per citarne qualcuno. Nel 2014 Nintendo sperimentò il MUSOU con Zelda, ed è inutile dire che sia gli appassionati del genere che gli amanti di Zelda lo hanno accolto a braccia aperte.
Hyrule Warriors uscito inizialmente su Nintendo WiiU, proponeva uno stile grafico in 3D, ispirato ai Zelda di quel periodo, il sequel invece prosegue il lavoro iniziato con Breath of the Wild, abbracciando un comparto grafico in cell shading, includendo al suo interno gli iconici personaggi conosciuti nel primo capitolo della nuova serie su Nintendo Switch. Come suggerito dal nome stesso, L’era della Calamità inizia durante l’apice dello scontro con la Calamità Ganon. Intenzionata a salvare il suo regno, Zelda partirà alla ricerca dei quattro campioni per sigillare definitivamente la calamità.
L’era della Calamità è dunque un prequel di ciò che è stato narrato in Breath of the Wild, arricchendo la saga con una vagonata di cutscene, ed una meccanica tipica dei giochi MUSOU, dove nel corso dei livelli vi imbatterete in numerosi nemici da eliminare, al fine di liberare delle specifiche zone o eseguire compiti vari in ampie mappe. Durante lo svolgimento delle missioni principali dovrete ricercare dei segreti nella mappa, sbloccare delle casse, distruggere oggetti ed altro ancora.
Come da tradizione tornano i Korogu che dovranno essere trovati nella mappa, con la possibilità di far visita ai negozianti per potenziare i personaggi. Portate a termine le missioni del prologo, potrete accedere alla mappa di Hyrule, dove poter scegliere la prossima destinazione. Recuperando dei materiali è possibile migliorare le statistiche dei personaggi, livellandoli tramite le rupie, apprendendo nuove combo per uno specifico personaggio, fondendo le armi e cimentandosi in missioni secondarie di vario tipo seppur ripetitive, al fine di guadagnare dei bonus.
A differenza della trama principale, che cerca di variare il più possibile per non presentare al giocatore un’avventura piatta e ripetitiva, nelle secondarie è inevitabile imbattersi in attività simili tra loro, pensate per lo più per ottenere il necessario per potenziarsi. Il sistema di combattimento come anticipato è in perfetto stile MUSOU, frenetico, dinamico e con una vagonata di nemici su schermo da far svolazzare da ogni lato. Nel corso degli scontri potete usufruire di attacchi leggeri e pesanti, speciali e finali, affidandovi ai poteri elementali e funzioni della tavoletta Sheikah.
Durante i combattimenti potrete tenere sotto controllo la salute o resistenza dei nemici, i quali il più delle volte richiederanno la rottura della difesa per infliggere loro danni. Non mancano naturalmente all’appello boss da sconfiggere per proseguire l’avventura. La presenza della tavoletta Sheikah e dei suoi poteri rende gli scontri più dinamici, grazie alle tante possibilità offerte. Ogni personaggio dispone di un set di azioni proprie, Link ad esempio può usare lo scudo per muoversi rapidamente nello scenario come un surf.
Come accade in ogni MUSOU che si rispetti non manca la presenza di una quantità generosa di personaggi, i quali possono essere scambiati in qualsiasi momento durante le missioni, premendo le croci direzionali, per poter usufruire delle loro abilità in specifiche occasioni. Ogni personaggio dispone di una storia, statistiche ed equipaggiamenti propri, oltre una serie di missioni secondarie dedicate. In termini di Gameplay dunque avrete intuito che la ripetitività purtroppo la fa da padrone, come accade del resto in ogni gioco del genere, ma gli amanti del farming apprezzeranno indubbiamente le meccaniche proposte.
Tecnicamente parlando, Hyrule Warriors L’era della Calamità purtroppo a volte si trova a dover scendere a compromessi con i limiti della Nintendo Switch, i quali non consentono al titolo di decollare in ottimizzazione, con svariati cali di frame rate ed imperfezioni varie sul grande schermo, risultando più ottimale in portatile. Sul lato artistico il titolo presenta scenari vivi e verdeggianti, colorati e con una buona caratterizzazione dei personaggi, dopotutto si affida al medesimo stile visto in Breath of the Wild, il quale ha conquistato i giocatori.
Non mancano all’appello easter-egg, citazioni e riferimenti alla serie originale, alimentando la curiosità dei giocatori nell’esplorare per bene ogni mappa alla ricerca degli stessi. Nonostante si collochi prima di Breath of the Wild, è consigliabile aver giocato quest’ultimo per cogliere ogni sfumatura. Da elogiare il doppiaggio in italiano con le stesse voci di Breath of the Wild, ed una colonna sonora di tutto rispetto che si sposa alla perfezione con il tutto. Hyrule Warriors: L’era della Calamità non è il classico Zelda al quale siete abituati, ma resta pur sempre una perla che al di la che siate appassionati o meno del genere MUSOU, merita un posto speciale nella vostra libreria giochi.
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