Negli ultimi giorni è emerso un problema significativo per gli sviluppatori giapponesi di giochi per adulti che distribuiscono i loro prodotti tramite Steam. Diverse segnalazioni indicano che le banche giapponesi stanno bloccando i trasferimenti di denaro provenienti dagli Stati Uniti, impedendo ai creatori di ricevere i propri profitti.
Il politico Taro Yamada, membro della Camera alta del Parlamento giapponese, ha portato l’attenzione su questa problematica tramite il suo account ufficiale su X e in una trasmissione su YouTube. Secondo quanto riportato da Yamada, numerosi sviluppatori di giochi per adulti hanno visto i loro pagamenti bloccati senza preavviso. L’Agenzia per i Servizi Finanziari del Giappone (FSA), responsabile della regolamentazione bancaria, e il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria (METI), che sovrintende l’industria videoludica, hanno entrambi confermato l’esistenza del problema.
Ma quale sarebbe la ragione di questa decisione da parte delle banche giapponesi? Durante un’audizione con la FSA, come riportato da Game*Spark, le banche hanno dichiarato che la decisione non è dovuta esclusivamente alla natura adulta dei giochi, ma a una “valutazione complessiva” basata su normative come la Legge sulla Prevenzione del Trasferimento di Proventi Criminali e la Legge sul Commercio Estero e sugli Scambi Esteri. Tuttavia, secondo Yamada, se le transazioni sono legali e trasparenti, non dovrebbero essere bloccate.
Il politico sta attualmente collaborando con la FSA e il METI per cercare una soluzione al problema. Yamada è noto per il suo impegno nella difesa della libertà di espressione e delle politiche digitali. Già in passato si è espresso contro le sospensioni improvvise e non trasparenti dei servizi di pagamento internazionali, come accaduto lo scorso dicembre al sito di incontri per otaku Aellune. Questo genere di blocchi improvvisi ha avuto un impatto significativo su diversi settori, tra cui sviluppatori di giochi bishōjo, archivi di manga e siti di fanart, diventando un tema di dibattito sempre più acceso.
La situazione attuale suggerisce che anche le banche giapponesi stiano diventando un ostacolo per i creatori locali. Questo appare particolarmente contraddittorio considerando che il Giappone punta su anime e videogiochi come settori chiave per la crescita economica. Resta da vedere come verrà affrontata questa problematica nei prossimi mesi.
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