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Fobia – St. Dinfna Hotel: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Di giochi horror sul mercato videoludico ve ne sono a quantità industriale, e quando un genere è eccessivamente abusato, trovare elementi che lo differenziano dalla massa e portino una ventata di aria fresca non è semplice. In questi ultimi anni abbiamo assistito al lancio di capolavori come MADiSON, il quale ha cercato in un certo qual senso, di riprendere ciò che fu all’epoca con Silent Hill P.T, un progetto oramai defunto ma che dalle sue ceneri è stato fonte di ispirazione per molti sviluppatori talentuosi. Con tale premessa oggi voglio condividere con voi la Recensione di Fobia – St. Dinfna Hotel, sviluppato dal piccolo team brasiliano Pulsatrix Studios e pubblicato da Maximum Games, il quale fin dai primi minuti è riuscito a dare il meglio di sè, tirando fuori del potenziale non indifferente pur essendo sviluppato da uno studio minore. La trama è piuttosto semplice, ambientato dal 1920 al 1960 e gli anni 2000, dunque tre differenti linee temporali. Il gioco si apre nei panni di un detective negli anni 60, intento ad indagare su un misterioso culto , in una remota cittadina, fino a spostare l’attenzione del giocatore negli anni successivi.I salti temporali sono concepiti allo scopo di dare al giocatore una panoramica generale su eventi e personaggi venuti prima.

Come da nome la maggior parte dell’avventura ha luogo in un misterioso e letale hotel, nel quale si aggira una presenza malvagia, pronta a fare a fette il giocatore, oltre che sbucare all’improvviso per la gioia degli amanti dello scarejump. La formula è sempre la stessa, ci si aggira per la struttura interagendo con tutto ciò che capita a tiro, raccogliendo oggetti utili per risolvere enigmi mentre si tenta la sopravvivenza. Piano per piano dovrete esplorare l’hotel, sbloccando le varie stanze nel corso del gioco, attraverso tessere magnetiche, chiavi e piede di porco. FOBIA prevede un backtracking piuttosto intenso, tornerete più volte sui vostri passi, servendovi di una mappa per orientarvi. La struttura tuttavia non è totalmente pericolosa, vi sono delle zone sicure dove salvare i progressi, interagendo con un orologio a pendolo, oltre a tirare un sospiro di sollievo prima di tornare nell’oscurità, un pò come accadeva in Resident Evil 2 e Resident Evil 3 con Nemesis o Mr X oltre naturalmente Outlast. Equipaggiati con una fotocamera dovrete analizzare l’ambiente, tornando indietro nel tempo per modificare gli oggetti presenti ed aprire passaggi, una meccanica a dir poco interessante. Interagendo con pareti ed oggetti con l’impronta di una mano verrà automaticamente attivata la camera, evitando di richiamarla dall’inventario.

Fobia tuttavia non è un Outlast in cui bisogna solo fuggire, con le armi da fuoco è possibile difendersi, quel tanto che basta per darsela a gambe. Tra le armi a disposizione troverete la pistola, un fucile a pompa e la mitragliatrice, dunque non aspettatevi un arsenale generoso, ma con caratteristiche diversificate tra rinculo, danni, dipersione e naturalmente con la possibilità di apportare delle migliorie attraverso il potenziamento delle stesse. Le creature che popolano la struttura si aggirano indisturbate, attaccando il giocatore solo in caso di necessità, dunque il più delle volte sono facilmente aggirabili, risparmiando proiettili per qualcosa di più valido. Pur essendo un piccolo team, gli autori sono riusciti a creare non solo un gameplay solido e variegatro ma anche un comparto grafico di tutto rispetto, che non ha nulla da invidiare alle grandi produzioni, un gioco horror bello da vedere quanto coinvolgente da giocare, in grado di intrattenere e spaventare il giocatore, pur essendo il più delle volte armati fino ai denti.

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