Quest’oggi vi porterò nel cuore della Siberia con la Recensione di Expedition Zero. Sopravvissuti ad una spedizione, vi troverete intrappolati in una regione glaciale, l’unica via di salvezza è un misterioso interlocutore con il quale dovrete interagire, fornendogli campioni di una misteriosa piaga che ha colpito il luogo. Expedition Zero è un survival horror in prima persona, dove sarete voi a capire cosa fare, dove andare e il modo giusto per affrontare una situazione, portandovi il più delle volte di fronte il cosiddetto trial and error, ossia prova e riprova. Il gameover è all’ordine del giorno, per vostra fortuna il gioco presenta un numero generoso di checkpoint presso i quali respwanare in caso di morte. La mappa è composta da un totale di sei luoghi, esplorabile in lungo e in largo e con la possibilità di spostarvi velocemente da un punto all’altro, armati di fucile da caccia, il che rende l’esperienza meno terrificante rispetto ad un Outlast in cui bisogna solo fuggire di fronte alle entità.
Non manca all’appello un sistema di looting e crafting, con una interfaccia piuttosto semplice ma con del potenziale. Nel corso dell’avventura vi troverete a cercare e recuperare metalli, plastica, tessuti e componenti elettronici, per creare nuovi equipaggiamenti.Al fine di costruire dei progetti dovrete affidarvi a delle stampanti 3D per farlo, ognuna di esse può produrre solo specifici oggetti, ciò vi obbliga a trovare quella adatta alle vostre esigenze, ed è inutile dire che il backtracking la fa da padrone, andrete più volte avanti e indietro per lo stesso scenario in cerca del necessario, tenendo bene a mente che essendo un survival dovrete sopravvivere anche alle ostilità ambientali come il freddo. A limitare gli spostamenti a lungo raggio vi è l’obbligo di procurarsi della legna, una stufa o bidone presso il quale scaldarsi per ripristinare la temperatura corporea, con la possibilità di ricorrere anche alla batteria della tuta, ma in quel caso dovrete preoccuparvi di caricarla.
Il vostro scopo in Expedition Zero è quello di raccogliere campioni della piaga e inviarli all’interlocutore, il quale dovrà trovare un modo per debellarla e permettervi di uscirne indenni. Il mondo di gioco è popolato da due tipi di nemici, gli infetti tradizionali e i più intelligenti ed abili, come avviene in genere con titoli come Back 4 Blood, oltre avversari umani. Dovrete dunque decidere quando e come agire in base alla vita o le munizioni a disposizione, se dunque è il caso di agire con cautela tramite lo stealth, evitarli o se buttarvi a capofitto in una sparatoria che potrebbe concludersi in poco tempo, anche e aggiungerei sopratutto con la vostra morte. Expedition Zero è questo, un survival horror più survival che horror, dove la raccolta di materiali, il crafting e il provvedere a se stessi sono all’ordine del giorno. Un’esperienza che è ben lontana dai classici Horror in grado di incutere timore e ansia nel giocatore, ma che comunque si lascia giocare per la sua discreta durata.
Graficamente parlando è un bene ma non benissimo, con qualche momento di tanto in tanto in cui viene alimentata l’adrenalina nei giocatori, tramite scene dove il tempo a disposizione per agire è così istantaneo che potrebbe costarvi la vita. Si poteva fare di più? sicuramente, ma ciò non toglie di come l’esperienza risulti in parte appagante per gli amanti del genere.
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