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Enotria: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

La creazione di un soulslike rappresenta una sfida ardua per qualsiasi studio di sviluppo. Questo sottogenere, reso celebre da FromSoftware con titoli come Dark Souls e Bloodborne, non si limita a replicare una formula, ma richiede una fine calibratura e una visione artistica distintiva. Enotria: The Last Song, il primo soulslike italiano sviluppato da Jyamma Games, si pone ambiziosamente l’obiettivo di inserire un pezzo d’Italia nel panorama videoludico di questo genere. Dopo aver dedicato oltre 20 ore a esplorare l’affascinante e inquietante mondo di Enotria, è giunto il momento di scoprire se il lavoro di Jyamma Games riesca a incantare e sfidare il pubblico.

Sin dai primi passi nel mondo di Enotria: The Last Song, è evidente la straordinaria attenzione del team di sviluppo nella creazione di un universo narrativo unico e affascinante, saldamente ancorato al folklore italiano. Enotria, ispirata a una regione ideale del sud Italia, ricorda le meraviglie di Basilicata, Calabria e Campania, con un Sole perennemente splendente che inonda il reame di luce. Questo mondo sembra uscito da una pittura rinascimentale, popolato da artisti, attori e musicisti.

Tuttavia, dietro la bellezza di questo paesaggio si cela una minaccia oscura: il Canovaccio, una maledizione ancestrale che costringe gli abitanti a recitare eternamente una parte in un dramma tragico, intrappolati in un ciclo di performance e violenza. È qui che entra in scena Pulcinella, un personaggio che ha osato sfuggire alle regole imposte dal Canovaccio. Il Senza Maschera, il protagonista del gioco, è un potente guerriero dotato di libero arbitrio, pronto a sfidare e sovvertire l’ordine stabilito.

La trama di Enotria: The Last Song si distingue per la sua capacità di coinvolgere il giocatore attraverso una narrazione immersiva e ben costruita. Anche se la struttura narrativa segue la cripticità dei soulslike, la presenza di un Compendio consultabile in qualsiasi momento offre una panoramica chiara sugli eventi e sui personaggi. Questo approccio aiuta a rendere la storia più accessibile senza sacrificare la complessità e la ricchezza del mondo di gioco.

Realizzare un soulslike di successo non è un compito facile e Jyamma Games ha tentato di distinguersi con meccaniche di gameplay uniche. Tuttavia, il risultato finale si presenta come una miscela di luci e ombre. La principale innovazione di Enotria: The Last Song è il sistema di Corredi, che permette al giocatore di equipaggiare fino a tre set di equipaggiamenti diversi, ciascuno composto da due armi e una pietra magica che modifica il parry. Inoltre, le Maschere permettono di adattare l’aspetto e le proprietà del personaggio, e le Sembianze migliorano le statistiche dell’eroe.

Questa varietà di opzioni e personalizzazioni, sebbene ambiziosa, rischia di risultare dispersiva. La possibilità di cambiare Corredi in tempo reale e di adattare le proprie strategie alle debolezze elementali dei nemici è interessante, ma spesso non viene sfruttata al massimo. L’esperienza ludica tende a favorire l’uso di un solo Corredo ben potenziato, piuttosto che l’adozione strategica dei vari set disponibili.

Il sistema di combattimento segue i dettami classici dei soulslike, con attacchi leggeri e pesanti, schivate e parate. Tuttavia, il timing ampio delle finestre di parata e la risposta non sempre reattiva del comando possono rendere il combattimento meno soddisfacente. I problemi di precisione nel parry e la frequente morte dei nemici a seguito di parate riuscite possono risultare frustranti e ridurre la qualità dell’esperienza complessiva.

Il sistema di progressione di Enotria è tradizionale, con punti esperienza raccolti dai checkpoint che permettono di migliorare le statistiche del personaggio. A questo si aggiunge il “Cammino degli Innovatori”, un albero delle abilità che consente di personalizzare ulteriormente i Corredi. Sebbene questo sistema offra molte opportunità di personalizzazione, la sua complessità può risultare opprimente per alcuni giocatori.

Uno dei punti di forza di Enotria: The Last Song è senza dubbio il design dei boss e dei nemici. I boss sono ispirati alle maschere della commedia dell’arte, e tra questi spicca Curtis, il Principe della Risata, un omaggio a Totò. I nemici variano dalle monache ai gondolieri, e la loro diversità è ben rappresentata artisticamente.

Tuttavia, nonostante l’ottima realizzazione visiva, i boss e i nemici presentano alcune problematiche. I moveset dei nemici non sempre sono ben leggibili, e le hitbox imprecise possono rendere le battaglie meno soddisfacenti. La difficoltà di scontri con avversari dalla struttura poco chiara e l’applicazione approssimativa delle hitbox sono difetti che compromettono l’esperienza di gioco, rendendo alcune battaglie meno coinvolgenti.

Il comparto tecnico di Enotria: The Last Song presenta luci e ombre. Da un lato, le ambientazioni, ispirate ai paesaggi italiani e greci, sono visivamente accattivanti e ben progettate. Il level design, sebbene interessante, non mantiene sempre gli stessi standard qualitativi, con alcune aree meno curate rispetto ad altre.

Le animazioni, tuttavia, risultano un po’ ingessate e saltano talvolta alcuni fotogrammi, compromettendo la fluidità del gameplay. La versione PlayStation 5 offre due preset grafici: uno per la qualità visiva e uno per la fluidità del gameplay. La modalità Performance, con 60 fps, è generalmente consigliata, sebbene il frame rate possa presentare delle fluttuazioni. Il comparto sonoro è invece un punto di forza, con musiche che richiamano le manifestazioni popolari italiane e un doppiaggio convincente in italiano. Questi elementi contribuiscono a creare un’atmosfera coinvolgente e ben realizzata.

Enotria: The Last Song rappresenta un tentativo coraggioso e ambizioso di Jyamma Games di portare il soulslike nel panorama videoludico italiano. La cura nella creazione del mondo di gioco e l’approccio narrativo sono senza dubbio i punti di forza del titolo. Tuttavia, la complessità e la varietà delle meccaniche di gameplay non sono sempre ben integrate, e i problemi tecnici e di design dei nemici influiscono sull’esperienza complessiva.

Pur con le sue imperfezioni, Enotria: The Last Song offre un’esperienza unica che vale la pena esplorare, soprattutto per i fan del genere e per coloro che cercano una prospettiva fresca e radicata nella cultura italiana. Con un po’ di rifinitura e ottimizzazione, il titolo potrebbe evolvere ulteriormente e consolidarsi come un’importante aggiunta al genere soulslike.

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