Di Giochi Horror sul mercato ve ne sono molti, al punto che come si suol dire il genere è diventato piuttosto saturo, ed è difficile stupire i giocatori con qualcosa di nuovo. Quando si pensa a Survival Horror c’è chi ha nella mente titoli come Resident Evil, altri invece hanno lo sguardo e il pensiero rivolto più a giochi come Outlast, nei quali bisogna fuggire da misteriose e minacciose entità, nascondendosi e risolvendo enigmi di ogni sorta, con qualche scarejump ben piazzato per spaventare i giocatori. Con tale premessa oggi voglio condividere con voi la Recensione di Don’t Be Afraid, titolo che potrebbe non dirvi poi molto, essendo stato lanciato in un periodo non proprio intelligente, a causa della presenza di diversi tripla A a farla da padrone, oscurando Indie e giochi minori. Dopo aver trascorso del tempo in sua compagnia vi riporto le mie impressioni, anticipandovi che spesso ho avuto a che fare con giochi horror di ogni tipo.
Sviluppato da Broken Arrow Games e pubblicato da Hydra Games SA, nel gioco vestite i panni di un bambino di 11 anni, il quale viene rapito e rinchiuso in un manicomio. Ci si risveglia all’interno di uno scantinato, dove avrete a che fare con il primo enigma, trovare una via di uscita essendo la porta principale bloccata, e vi dirò che ho trascorso del tempo in questa prima fase, nel tentativo di capire cosa fare e dove andare, essendo ben lontano dall’intuitività. Come ogni gioco horror non mancano all’appello documenti da consultare per avere più approfondimenti sulla trama, oggetti da recuperare per risolvere enigmi e luoghi tenebrosi da esplorare, con la paura e ansia di essere agguantati nell’oscurità da una minacciosa entità. La tradizionale torcia elettrica viene sostituita da lumi che dovranno essere accesi per illuminare il cammino, i quali naturalmente si spegneranno a contatto con l’acqua. Nel corso dell’intera avventura vi ritroverete a perlustrare ogni zona da cima a fondo in cerca di chiavi, da utilizzare per lo sblocco di serrature verso nuovi luoghi ricchi di enigmi.
Come anticipato l’intuitività in Don’t Be Afraid è così lontana che perderete diverso tempo a cercare di capire cosa fare, dove andare, recuperando oggetti che spesso sono collocati in punti così strategici da portarvi a cercare aiuto sul caro vecchio tubo per proseguire. Inizialmente ad esempio non potrete raccogliere oggetti se non recuperate una sorta di inventario o borsa per contenerli, per aprire una porta serve una chiave che è situata in un luogo in cui ne viene richiesta un’altra e così via dicendo, ciò dunque vi porterà via molto tempo andando avanti e indietro per capire il da farsi, tenendovi con il fiato sospeso nel pensiero che qualcosa o qualcuno possa sbucare dal nulla e sorprendervi, avendo un comparto audio che di certo non aiuta a rilassarvi, peccato invece per modelli e animazioni che sembrano usciti da un progetto amatoriale, dopotutto come anticipato il mercato è pieno di giochi horror, sopratutto di questa tipologia, sviluppati in Unity principalmente, e dove a volte la differenza risiede nella sola trama.
Don’t Be Afraid è indubbiamente un simpatico passatempo per gli amanti del genere Horror ma ben lontano dall’essere un capolavoro, con i suoi difetti, partendo per l’appunto dall’assenza di un sistema in grado di aiutare in parte il giocatore. Come anticipato l’uscita in un periodo non proprio favorevole potrebbe metterlo in secondo piano, un bene ma non benissimo, la cui mediocre cura nei dettagli è evidente fin da subito, a dimostrazione di come il team si sia più focalizzato sulla creazione di enigmi a catena piuttosto che una vera esperienza horror.
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