Dopo aver trascorso del tempo in sua compagnia, quest’oggi voglio condividere con voi la Recensione di Die for Valhalla, un titolo che potrebbe non dirvi nulla inizialmente, sopratutto perchè venne lanciato diversi anni fa ma riproposto solo di recente, in un periodo in cui grandi giochi come Ghostwire Tokyo, Kirby e la Terra Perduta, Tiny Tina’s Wonderlands e tanti altri la fanno da padrone, oscurando delle piccole perle.
Die for Valhalla è un picchiaduro a scorrimento orizzontale, nel quale vestite i panni di una divinità nordica, dotata dell’abilità di resuscitare i vichinghi defunti, trucidando ogni nemico capiti a tiro, con un Gameplay che ricorda Castle Crashers. Dal menu principale avete la possibilità di decidere se cimentarvi nella modalità Storia o nel Deathmatch locale a 4 giocatori. La campagna principale si suddivide in quest e regioni, con una mappa che permette la selezione dei livelli, spostandosi per le caselle come fosse un gioco da tavola.
Portando a termine i livelli otterrete dei punti esperienza da spendere per lo sblocco di abilità tramite un apposito albero, il quale permette al giocatore di scegliere le abilità più adatte al proprio stile di gioco. Si parte con l’abilità principale per poi spostarsi nei vari rami sulla base delle proprie preferenze. I livelli una volta completati vengono contrassegnati con l’icona di una spada, rigiocabili in qualsiasi momento per ottenere esperienza utile per livellare ed affrontare livelli più ostici.
Nel corso dell’avventura potrete impossessarvi di oggetti come trappole e barili oltre che vichinghi defunti e nemici stessi attraverso una sorta di divinità, il cui tempo di possessione varia in base all’abilità sbloccata. Ciò vi permette dunque non solo di contare sulle armi da mischia ma anche su un aiuto divino, mettendo al vostro servizio le abilità nemiche o oggetti ambientali utili per rallentare ed eliminare gli avversari.
Purtroppo però o forse dovrei dire fortunatamente, qualora siate in cerca di sfide, anche la divinità ha una barra energetica, la quale se scende a zero vi porrà di fronte la schermata del gameover. Alla morte del vichingo ne segue un secondo, dunque non vi è un vero e proprio protagonista. Passerete da arcieri a combattenti ed altri ancora, con una barra della stamina sempre li pronta a ricordarvi che non potrete schivare all’infinito gli avversari, dunque dovrete imparare ad attendere il momento opportuno per farlo.
Ciò ne consegue che eviterete di colpire e schivare senza sosta ma doserete ogni attacco per non ritrovarvi di fronte al gameover molteplici volte nel corso del lungo viaggio verso i titoli di coda. Dall’arciere in grado di colpire con 3 frecce simultaneamente al guerriero armato di spada e scudo, passando per il vichingo dalle doppie asce, ogni personaggio seppur non presenti una trama alle spalle e sia piuttosto anonimo, sfoggia un proprio set di equipaggiamenti.
Eliminando gli avversari o distruggendo gli oggetti di scena potrete ripristinare la salute oltre che ricevere punti esperienza da spendere al termine del livello. Naturalmente se c’è qualcosa che Castle Crashers ci ha insegnato è che non possono di certo mancare all’appello boss da sconfiggere, la cui barra della salute è situata nella parte alta dello schermo, con set di abilità ed animazioni proprie.
Il tutto è realizzato con uno stile grafico cel-shading, che mette in mostra ogni elemento degli scenari, come foste all’interno di un cartone animato, ispirato per certi versi anche al celebre Don’t Starve, con elementi dai tratti scuri e disegnati a mano, piacevole da vedere quanto divertente da giocare, impegnativo quel tanto che basta da tenervi incollati per diverse ore.
Die for Valhalla è un classico beat’em up da sala giochi, nel quale vi ritroverete ad avanzare distruggendo ogni cosa capiti a tiro e sconfiggendo nemici e boss di ogni sorta per il gusto di farlo.
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