Dopo il debutto su PC avvenuto lo scorso anno, Daymare 1998 è arrivato anche su PS4 e Xbox One, ed oggi voglio condividere con voi la Recensione.
Daymare 1998 Recensione
Nato inizialmente come remake non ufficiale di Resident Evil 2 e diventato successivamente Daymare 1998, Invader Studios ci propone l’erede spirituale di uno dei giochi più amati dai giocatori appassionati di Survival Horror hardcore.
Il gioco ci fa vestire i panni di 3 personaggi, ognuno con ideali ed una visione propria sugli eventi accaduti il 12 Agosto del 1998, l’inizio dell’apocalisse per la cittadina di Keen Sight con meccaniche chiaramente ispirate al capolavoro firmato Capcom.
L’avventura inizia con un apparente introduzione decisamente tranquilla dove avrete la possibilità di imparare a padroneggiare i controlli, dallo spostamento del personaggio nello scenario, con visuale rigorosamente alle spalle dello stesso, all’interazione con l’ambiente e apertura del fuoco sui bersagli.
Daymare 1998 come il remake di Resident Evil 2 e tutti gli altri titoli della saga, porta il giocatore a dosare con estrema attenzione le munizioni a disposizione, studiando la migliore strategia possibile per uscirne fuori integri e senza tramutare il gioco in uno sparatutto più che un action.
In alcuni momenti vi ritroverete a recuperare oggetti come fusibili, documenti ed altro ancora per risolvere gli enigmi, in altri ad attuare la scelta più saggia per sfuggire dalle grinfie dei non morti o infetti che dir si voglia, in quanto sparare in testa agli stessi spesso non risulterà la soluzione migliore.
Gli infetti non andranno giù cosi facilmente, portandovi a sprecare svariate munizioni su di essi, ricorrendo il più delle volte ad armi corpo a corpo per tenere le munizioni da parte per discussioni più accese.
Gli infetti non esiteranno ad aggrapparsi a voi come un orso su un barattolo di miele, obbligandovi a premere i tasti su schermo per liberarvi prima di finire nello stomaco delle creature, pronte a fare di voi il loro prelibato banchetto.
In qualsiasi momento è possibile richiamare l’inventario tramite il braccio destro del protagonista, utilizzabile attraverso una sorta di computer portatile che traccia i progressi, consente di utilizzare gli oggetti raccolti o fonderli tra di loro, consultare i documenti e naturalmente la mappa.
Vi ritroverete spesso ad aprire il fuoco inutilmente, come se i nemici fossero di gomma pronti a nutrirsi delle vostre pallottole più che di carne, e quando la loro presenza aumenta di numero la situazione si complica, sopratutto durante lo svolgimento di un enigma o fuga.
10 ore circa il tempo richiesto per portare a termine l’avventura. Da elogiare la possibilità di ricaricare manualmente i caricatori delle armi direttamente dall’inventario, consultando lo stesso senza interrompere l’azione di gioco.
Daymare 1998 riesce a spezzare la monotonia di un fuggi e spara grazie alla presenza di enigmi a volte ben concepiti, seppur non cosi complessi come ci si aspetta, probabilmente per non rovinare la linearità del gioco, permettendo di godere in parte della trama per quanto banale sia.
Il titolo si presenta come l’erede spirituale di Resident Evil ma senza raggiungere la qualità di una produzione di alto livello, proponendo modelli poligonali datati ed animazioni il più delle volte legnose, a dimostrazione di come il budget a disposizione non sia stato così generoso.
Ottima invece la colonna sonora e gli effetti audio proposti, lo stesso vige per il doppiaggio dei protagonisti accompagnati dalla presenza dei sottotitoli. Giocato su PC il titolo non presenta bruschi cali di frame rate anche se a volte i caricamenti risultano più lunghi del normale.
Morire in Daymare 1998 vi farà ricominciare la partita dall’ultimo punto raggiunto, con la possibilità di salvare i progressi in qualsiasi momento. Non è di certo il capolavoro che ci si aspettava da un progetto amatoriale basato su Resident Evil e in uno scenario di grandi uscite potrebbe passare decisamente inosservato.
Daymare 1998 Gameplay Trailer
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