Ci sono giochi che intrattengono, giochi che emozionano e poi ci sono giochi che ti trascinano dentro il loro mondo, inchiodandoti con una presa che non si allenta mai. Clair Obscur: Expedition 33 appartiene senza dubbio a quest’ultima categoria. È raro trovare un gioco che riesca a coniugare in modo così magistrale narrazione, atmosfera e gameplay, ma fin dai primi minuti della demo di oltre tre ore, mi è stato chiaro che Sandfall Interactive ha creato qualcosa di speciale.
Non è solo un titolo visivamente splendido o dotato di un combat system raffinato: è un gioco che ha qualcosa da dire e lo fa con una potenza e una convinzione che pochi riescono a eguagliare. L’idea alla base di Expedition 33 è affascinante e terribile: esiste un’entità chiamata la Paintress, che ogni anno dipinge un nuovo numero. Chiunque abbia quell’età muore all’istante. Svanisce. Finisce. Non c’è via di scampo. E il conto alla rovescia è inesorabile. Ogni anno, il numero cala, e ogni anno le vittime sono più giovani.

A nulla è servito il tempo: gli abitanti di Lumière hanno tentato tutto. E quando non è rimasta più alcuna speranza, hanno creato le Expedition, missioni suicide mandate oltre l’oceano alla ricerca della Paintress, con l’unico obiettivo di ucciderla e interrompere questa spirale di morte. Ma queste missioni non hanno mai fatto ritorno. Sappiamo di una Expedition 84, ma ora siamo alla Expedition 33: a conti fatti, Lumière è sempre più vicina alla fine. Ed è qui che inizia la nostra storia.
Il giocatore veste i panni di Gustave, un membro della 33ª spedizione che si trova ben presto a camminare tra i corpi dei suoi compagni caduti. Appena sbarcati sul Continente, l’intera spedizione viene quasi annientata da un misterioso vecchio, lasciando Gustave traumatizzato, solo, in un campo di morte. La disperazione lo porta sull’orlo del suicidio, ma viene fermato da Lune, un’altra sopravvissuta. Lune è il contrappeso perfetto a Gustave: dove lui è abbattuto, lei è determinata. “Quando uno cade, noi continuiamo.” È questo il giuramento degli Expedition, un vincolo che non si spezza nemmeno davanti all’inevitabile.

Ma ciò che rende davvero speciale la scrittura di Expedition 33 è che questi non sono i soliti protagonisti stereotipati. Gustave e Lune sono adulti, complessi e imperfetti. Non sempre vanno d’accordo. Non sempre prendono le decisioni giuste. Litigano, si scontrano, si feriscono. Gustave vorrebbe lasciare tutto per salvare Maelle, un’altra superstite che potrebbe essere viva, mentre Lune teme che sia una trappola. Chi ha ragione? Chi sta scappando dalla realtà? Questa tensione tra sopravvivenza e missione è una costante, e i personaggi ne sono il fulcro. Expedition 33 non è un viaggio di eroi senza macchia, ma un’odissea di persone che affrontano dolore, colpa e paura, cercando disperatamente di dare un senso al loro sacrificio.
Se la storia e i personaggi sono il cuore del gioco, l’ambientazione è il suo respiro. Il mondo di Expedition 33 è un’opera d’arte vivente, un universo oscuro e meraviglioso che evoca le atmosfere di Final Fantasy X o NieR Automata, ma con una personalità unica. Il Continente è un luogo intriso di mistero e morte. Chi è la Paintress? Perché sta contando alla rovescia? Qual è la sua vera natura? Domande che emergono a ogni passo, alimentando la voglia di scoprire, di esplorare. A livello di level design, il gioco non è un open-world, ma sfrutta ambienti semi-lineari pieni di segreti, scorciatoie e percorsi nascosti. In ogni angolo ci sono storie da scoprire, diari di Expedition precedenti, tracce di battaglie passate, indizi su un enigma più grande di quanto immaginiamo.

Il design artistico è spettacolare: il contrasto tra la bellezza mozzafiato e la tragedia che permea il mondo crea un impatto visivo ed emotivo straordinario. Ogni ambiente è studiato con cura, ogni panorama racconta qualcosa, e ci si ritrova a fermarsi più volte solo per ammirare l’incredibile lavoro artistico di Sandfall Interactive. Ma non è solo una questione di atmosfera. Clair Obscur: Expedition 33 porta con sé un combat system che riesce a combinare strategia e azione in modo innovativo.
A prima vista è un RPG a turni, ma in realtà è dinamico, coinvolgente e tecnico. Ogni personaggio ha attacchi melee e a distanza, con i colpi a distanza che vanno mirati manualmente. Ogni decisione conta: attaccare nel momento giusto, caricare AP, scegliere quando usare le abilità speciali. Ma il vero punto di svolta è la difesa attiva. Si può schivare, parare o saltare per evitare gli attacchi nemici, trasformando ogni scontro in una danza tattica tra rischio e ricompensa. Un’ottima parata non solo riduce il danno, ma può innescare un contrattacco devastante.

E poi c’è il sistema di Pictos e Luminas, che permette una personalizzazione profonda delle abilità. Equipaggiare un Picto può dare vantaggi specifici, e col tempo le abilità si espandono a tutti i membri del team. Questo significa che ogni build può essere profondamente personalizzata, creando sinergie uniche tra i personaggi. L’esperienza di combattimento in Expedition 33 è un equilibrio perfetto tra strategia, riflessi e creatività, e anche i giocatori più esperti troveranno sfide impegnative. Dopo ore immerse nel mondo di Clair Obscur: Expedition 33, la mia unica reazione è stata una: voglio di più. La demo ha acceso in me un entusiasmo che raramente provo con i giochi moderni, soprattutto nel panorama AAA.
Non è solo la storia intensa, il combat system innovativo o l’arte mozzafiato. È l’insieme. È il modo in cui tutto si combina perfettamente, creando un’esperienza che sorprende, emoziona e sfida. Se Sandfall Interactive riuscirà a mantenere questa qualità nel gioco completo, potremmo trovarci di fronte a uno dei titoli RPG più memorabili degli ultimi anni. E io non vedo l’ora di scoprire il resto del viaggio.

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