Lo scorso Ottobre vi parlai di Blue nella terra dei Sogni, un fumetto ideato da Davide Tosello, quest’oggi a distanza di ben 6 mesi voglio condividere con voi la Recensione di Benvenuta a Sad City, il secondo numero della serie, il quale prosegue le disavventure della giovane protagonista.
Blue continuerà ad essere perseguitata dall’oscura foresta (vedere la recensione del primo numero) che tenterà in tutti i modi di sopraffarla e trascinarla nell’oblio, senza indugiare la giovane proseguirà il suo lungo viaggio in cerca di risposte su come fermare il male, ritrovandosi a Sad City, una grande città asiatica il cui ingresso richiede delle lacrime, le quali sembrerebbero essere anche la valuta locale.
La città è stata fondata da un certo Mel a cui Blue dovrà rivolgersi per sconfiggere l’oscura foresta, ma le cose non vanno come previste e la protagonista si troverà ad affrontare l’ennesima disavventura, con un colpo di scena inaspettato che lascerò a voi scoprire. Nel corso della lettura spesso vi troverete di fronte vignette con il titolo di un brano, come se l’autore volesse in qualche modo accompagnare le scene con della melodia, che chiaramente in un fumetto non è possibile.
Al termine dell’opera troverete un elenco di tutte le melodie che hanno accompagnato le nuove disavventure di Blue, dopotutto chi legge un fumetto dovrebbe lasciarsi trasportare dallo stesso, isolandosi da ciò che lo circonda, un pò come è stato con me. La storia di Benvenuta a Sad City è struggente, coinvolgente, triste e spaventosa, in grado di riportare alla luce eventi spiacevoli e sopiti nella mente del lettore, quasi a volersi immedesimare nei panni di Blue.
Quante volte nella vita vi è capitato di combattere la tristezza finendo nel cadere vittima della stessa? Quante volte di fronte ai problemi vi siete lasciati scoraggiare concentrando la vostra attenzione su ciò che avete di fronte piuttosto che vedere al di là del vostro naso? Blue nella terra dei sogni: Benvenuta a Sad City pone queste domande al lettore, portando la giovane protagonista a fare i conti con se stessa più con la foresta in sè.
Nel nuovo numero si da maggiore spazio a Blue piuttosto che MJ, il quale compare solo in qualche scena iniziale per poi svanire nel nulla, lasciando la giovane protagonista da sola nella Città della tristezza, dove malinconia, lacrime e scoraggiamento sono di casa. Blue dovrà cercare di raggiungere il suo obiettivo senza lasciarsi trasportare nel vortice della depressione, il che ricorda per certi versi La bottega dei suicidi.
Prima o poi gli eventi del passato che hanno segnato la propria vita tornano a galla per la resa dei conti. Difficilmente do il massimo dei voti, se mi seguite da tempo ed avete letto le mie recensioni lo sapete, ma Benvenuta a Sad City ha destato il mio interesse più di qualsiasi altro fumetto abbia letto di recente e in passato, al punto da tenermi incollato alla lettura per tutto il tempo, senza pause e distrazioni, in grado di trasportarmi nello splendido e malinconico mondo dipinto dall’autore.
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