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Atelier Sophie 2: Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

Dopo Atelier Mysterious Trilogy Deluxe Pack, quest’oggi voglio condividere con voi la Recensione di Atelier Sophie 2, ennesimo capitolo di uno dei franchise più longevi e noti di casa Koei Tecmo. Nonostante i tanti titoli legati all’universo Atelier, ciascuna serie è individuale, di conseguenza consente ai giocatori di immergersi nella nuova esperienza senza aver giocato la moltitudine di titoli lanciati in passato, un pò come avviene con Call of Duty Black Ops o Modern Warfare per intenderci, anche se parliamo di un genere completamente differente ma esprime il medesimo concetto, vale a dire un brand ma con saghe diversificate tra di loro. Fatta questa doverosa premessa, Atelier 2 naturalmente prosegue le vicende lasciate in sospeso con il precedente capitolo, ma non ha nulla a che vedere con gli altri Atelier, quindi se avete giocato il DLC gratuito The Alchemist of the Mysterious Book saprete da dove riprendere. Per andare incontro ai nuovi giocatori, come spesso accade nei sequel, viene fatto un recap di ciò che è stato in passato, sia per rinfrescare la memoria ai vecchi giocatori che per dare una panoramica generale a chi si avvicina per la prima volta alla serie. Atelier 2 racconta un nuovo viaggio per Sophie Neuenmuller, mediante una struttura leggera e che si lascia piacevomente giocare, con l’entrata in scena di un nuovo cast di personaggi e ambientazioni tutte da esplorare.

Il titolo non presenta il sistema di combattimento in tempo reale visto in Ryza ma ripropone la tradizionale formula a turni classici, nel quale dovrete gestire l’intero party per avere la meglio, schierando fino a tre personaggi, ognuno con abilità ed equipaggiamenti esclusivi. Durante gli scontri potrete ricorrere al Support Guard per bloccare gli attacchi, proteggere gli alleati e supportare i partner nelle azioni, ognuna richiederà un certo numero di PT, offrendovi la possibilità di scegliere se affidarvi ad attacchi comuni, combinati, speciali o l’uso di specifici oggetti durante il proprio turno. Con le Azioni doppie potrete combinarne due differenti con i vari membri del party, senza consumare MP. Nonostante si tratti del tradizionale sistema a turni tipico di un gioco di ruolo giapponese, gli autori hanno cercato di aggiungere quanta più varietà possibile, rendendo gli scontri dinamici. Nel corso dei combattimenti vi ritroverete a ricorrere alle più disparate tattiche per avere la meglio, sfruttando le abilità di ciascun personaggio nel momento opportuno. Una delle caratteristiche da elogiare è la rimozione delle transizioni poste tra esplorazione e battaglia, oltre un ambiente da esplorare più grande rispetto quello proposto in Ryza, con una soluzione di continunità di tutto rispetto, passando dunque da scontri alla raccolta di materie in men che non si dica. Se in passato bastava usare il piccone e gli altri strumenti a disposizione per il recupero di oggetti differenti ma presenti nel medesimo punto di raccolta, questa volta i giocatori possono migliorare le abilità dei membri del party portando a termine delle sfide, al fine di massimizzare il risultato ottenuto dalla raccolta.

Mediante l’uso di appositi cristalli potrete modificare il clima nelle aree visitate, alterando di conseguenza l’ambiente, facendo comparire specifici mostri o sbloccando l’accesso ad aree segrete e inizialmente bloccate, come ad esempio creando siccità in modo da prosciugare il corso dell’acqua. Alcuni dungeon richiederanno infatti la modifica del clima in una zona specifica, sistema inizialmente interessante ma che alla lunga diventa inevitabilmente ripetitivo, dovendolo attuare molteplici volte all’interno di un medesimo scenario. Purtroppo non è tutto oro ciò che luccica, il sistema di crafting è sicuramente il meno riuscito, con la rimozione o dovrei dire perdita delle conquiste alchemiche viste in Ryza. Il parametro che in passato poneva limiti agli oggetti che potevano essere sintetizzati dalla protagonista, obbliga ora l’utente a raggiungere uno specifico livello per apprendere la ricetta. Meccanica che vi porterà a trascorrere molto tempo davanti al calderone per realizzare oggetti inutili di per se ma indispensabili per ottenere i punti esperienza necessari. Raccogliendo un determinato numero di oggetti o eseguendo azioni specifiche potete sbloccare nuove ricette. Gli ingredienti vanno posizionati su una griglia, a seconda degli slot occupati il risultato finale muterà. Dunque dovrete collocare i materiali raccolti negli appositi spazi per ottenere armi, armature ed altri oggetti dalle statistiche interessanti quanto utili. Purtroppo però non potrete creare ricette alterate, vale a dire aggiungere ingredienti extra per ottenere benefici differenti o supplementari.

Sul fronte grafico Atelier 2 presenta scenari e personaggi realizzati in cel-shading, uno stile artistico che ai fan della serie non dispiacerà, con un gameplay fluido e che si lascia piacevolmente giocare, nonostante l’inevitabile ripetitività data sia dallo sblocco delle ricette che dall’uso del meteo. Come da tradizione la longevità del titolo è più che sufficiente da intrattenervi per svariate e intense giornate, sia per raggiungere i titoli di coda che per completare tutto ciò che viene proposto, dagli sbloccabili alle missioni secondarie da portare a termine. Atelier 2 avrebbe deciamente potuto fare di più come si suol dire, ma tirando le somme continua a intrattenere i giocatori che da anni sono legati al franchise oltre ad attirare gli amanti del genere ma che non hanno mai avuto modo di avvicinarsi ad uno dei più celebri franchise di Koei Tecmo.

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