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Alien Romulus: Recensione, Trailer e Screenshot

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Alien: Romulus” rappresenta un nuovo capitolo nel leggendario franchise di fantascienza horror. Diretto da Fede Álvarez, il film si colloca cronologicamente tra gli eventi di “Alien” (1979) e “Aliens” (1986), e cerca di bilanciare l’eredità del passato con una narrazione che possa affascinare un pubblico moderno. La storia è ambientata su un pianeta minerario degradato, dove un gruppo di giovani lavoratori si trova ad affrontare la minaccia degli Xenomorfi in una stazione spaziale abbandonata.

La regia di Álvarez riesce a riproporre l’atmosfera claustrofobica e opprimente che ha caratterizzato il primo film della saga. Le scenografie e gli effetti speciali, pur con qualche incongruenza rispetto al contesto spaziale, sono realizzati con cura, regalando un’estetica oscura e iperrealistica. Il regista gioca abilmente tra ciò che mostra e ciò che lascia intuire, sfruttando appieno il potenziale dell’horror per creare tensione.

Il cast, composto da volti giovani come Cailee Spaeny e David Jonsson, porta in scena personaggi che, pur non raggiungendo la complessità di figure iconiche come Ellen Ripley, risultano abbastanza coinvolgenti. Il film esplora inoltre l’evoluzione delle creature aliene, un tema già toccato nei prequel di Ridley Scott, inserendo nuovi elementi che arricchiscono il loro ciclo vitale.

Tuttavia, la trama risulta piuttosto prevedibile, ricalcando schemi già visti nella serie. Le citazioni ai capitoli precedenti, seppur omaggi evidenti, rischiano di sembrare una ripetizione piuttosto che un’espansione innovativa del franchise. Il ritmo narrativo e l’azione, pur avvincenti, non riescono a nascondere una certa superficialità nello sviluppo dei personaggi e della storia.

Un ulteriore elemento interessante di “Alien: Romulus” è il modo in cui il film affronta il tema del controllo corporativo attraverso la Weyland Corporation, già nota ai fan come uno dei principali antagonisti della saga. In questa iterazione, il desiderio della compagnia di sfruttare le risorse umane e ambientali assume connotati ancora più cupi, offrendo uno spaccato distopico che riflette preoccupazioni moderne. La lotta dei protagonisti contro questa oppressione non è solo fisica, ma anche simbolica, mettendo in evidenza temi di ribellione e sopravvivenza​.

Un aspetto che divide pubblico e critica è l’approfondimento degli Xenomorfi. Fede Álvarez si avventura in un territorio pericoloso, cercando di arricchire il background biologico e filosofico delle creature, un tema esplorato già in “Prometheus” e “Alien: Covenant” di Ridley Scott. Sebbene alcune idee risultino intriganti, altre sembrano poco armonizzate con la visione originale della saga, dando l’impressione di una sovrapposizione forzata più che di un’evoluzione naturale​

Il film si distingue per l’attenzione alla costruzione della tensione, un elemento che Álvarez gestisce con competenza, evitando inutili momenti di jumpscare in favore di un horror più atmosferico. I corridoi oscuri e i suoni inquietanti della stazione spaziale amplificano il senso di isolamento e vulnerabilità, riportando alla mente l’indimenticabile angoscia del “Nostromo”

“Alien: Romulus” è un film che tenta di rendere omaggio ai capolavori passati senza rinunciare a un’identità propria. Tuttavia, la sua natura di “capitolo intermedio” potrebbe non soddisfare chi si aspetta un’innovazione significativa o una narrativa più audace. Rimane comunque una buona aggiunta al franchise, capace di rievocare la magia dell’originale pur con qualche limite evidente​

Alien: Romulus è un’opera che soddisfa gli appassionati del genere, grazie a un’estetica curata e un ritorno alle radici horror della saga. Tuttavia, la mancanza di una trama più originale e di personaggi memorabili limita l’impatto complessivo del film. Una visione consigliata per i fan, ma con aspettative moderate.

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