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Activision non perdona i Cheater: Chiuso Raging Nation

Pochi giorni fa, un’altra azienda che traeva profitto dalla miseria dei giocatori di FPS ha chiuso i battenti: dopo aver ricevuto un avvertimento legale da Activision, il produttore di cheat Raging Nation ha interrotto le attività del suo sito web.

In precedenza, il sito distribuiva aimbot, wallhack e ogni sorta di “prodotti” che facilitavano i trucchi nei giochi. Oggi, al suo posto, troviamo una breve dichiarazione che recita: “Qualcuno affiliato alla nostra attività ha ricevuto un avviso legale da Activision. Non possiamo essere d’accordo con le affermazioni fatte in queste richieste legali, ma non siamo in grado di litigare con una compagnia così grande. Non ci fa piacere informarvi che chiuderemo la nostra attività a partire da oggi.”

Che siano d’accordo o meno, si uniranno a una crescente comunità di truffatori che sono stati recentemente messi fuori gioco. Le cause legali intentate da Activision e Bungie hanno portato a milioni di dollari in danni accertati e hanno stabilito precedenti in un campo storicamente nebuloso.

Non esistono leggi che proibiscano il cheating nei videogiochi. Il metodo più affidabile che queste aziende hanno utilizzato per combattere gli hacker è stato il Digital Millennium Copyright Act (DMCA), nello specifico nella misura in cui proibisce di eludere le misure tecnologiche per accedere a un’opera protetta da copyright. Finora questo si è dimostrato il miglior rimedio contro gli sforzi dei “cattivi”.

Lo sforzo per fermare i cheaters è multiprospettico: azioni legali, software anti-cheat e, a volte, gli sforzi di intere comunità di giocatori sono coinvolti. Non sto trattenendo il respiro aspettandomi che la guerra venga mai vinta in modo conclusivo, ma sembra almeno che le vittorie legali stiano facendo la differenza.

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